Vino a tavola: via libera al consumo moderato ma attenzione alle intolleranze
L’alcool è una sostanza di origine naturale proveniente dalla fermentazione e/o distillazione di cereali, frutta o verdura. È conosciuto come la sostanza psicoattiva più antica e più diffusa. Ma se è di origine naturale, come mai può arrivare a creare assuefazione, tossicità ed effetti paragonabili a quelli di una droga ad azione tossica? La risposta sta nella via metabolica utilizzata che fa sì che entri subito nel circolo sanguigno, raggiungendo velocemente il cervello con effetti neurologici immediati. Da qui la dipendenza, il consumo eccessivo fino ad arrivare a squilibri nutritivi e a gravi complicanze per fegato, pancreas, stomaco, sistema nervoso. Alcool e farmaci utilizzano la stessa via metabolica per cui attenzione alle reazioni indesiderate se si assumono medicinali.
Secondo alcuni recenti studi, il “piacere dell’alcool” dipende, insieme con altri fattori, da una predisposizione genetica, così come il “reggere l’alcool” è dovuto al nostro DNA. Il tutto dipende naturalmente dalle dosi assunte, dallo stato di salute e dal metabolismo del soggetto. La dose giornaliera di alcool accettabile corrisponde a 0,6-0,7 g/kg di peso corporeo.
Oggigiorno l’alcolismo è una piaga sociale che colpisce non solo gli adulti, ma anche i più giovani.
L’alcool è la nuova moda degli adolescenti: si comincia con il famoso happy hour per continuare con birra, bevande alcoliche di ogni genere e colore, superalcolici. Non si tratta di “gusto del bere” ma di un mezzo per socializzare fino a raggiungere la dipendenza. Quella diffusa tra gli adolescenti non è di certo la “filosofia” del piacere di gustarsi un buon bicchiere di vino con gli amici! Il vino tra l’altro, anche se alcolico, nelle giuste dosi ha effetti benefici sulla salute. Per la ricchezza nutrizionale che lo distingue, può essere considerato un alimento. Quella del vino è una vera e propria cultura. E’ conosciuto fin dall’antichità per i suoi effetti benefici sull’uomo e ancora oggi diversi studi attestano gli effetti positivi che può avere se consumato con moderazione. Il vino con minori controindicazioni fisiologiche è quello a basso contenuto di tannini, poco alcolico, poco aromatico e non manipolato. Le proprietà benefiche del vino derivano dalla presenza di polifenoli e antociani, sostanze antiossidanti e quindi antitumorali. Inoltre, la presenza di resveratrolo, un polifenolo, gli conferisce la capacità di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. L’acido tartarico invece è un antitumorale specifico per la prostata.
Il vino rosso, rispetto a quello bianco, presenta una maggior concentrazione di polifenoli e quindi una maggior capacità antitumorale. Il vino bianco, essendo un vino meno “strutturato”, e quindi meno forte, necessità dell’aggiunta di conservanti e stabilizzanti, ecco perché è spesso responsabile del cosiddetto “cerchio alla testa”.
La bella notizia è che il vino può essere integrato nei pasti delle diete dimagranti. Al di là del suo contenuto calorico è, infatti, più importante conoscere le caratteristiche degli altri alimenti che compongono un determinato pasto: se ad esempio si tratta di un pasto con un buon apporto di zuccheri, allora sarà bene evitare l’associazione del vino e in particolare sarà il paziente diabetico a dover fare molta attenzione.
Ecco perché consiglio sempre di attenersi al consiglio di uno specialista. Particolare attenzione dovranno fare anche i soggetti con intolleranze alimentari e, parlando di vino, mi riferisco agli intolleranti al nichel ad esempio. Il nichel è un metallo presente nel terreno in grado contaminare frutta, verdura e prodotti da essi derivanti. Le bevande alcoliche possono esserne contaminate anche per il processo di lavorazione che la materia prima subisce. Il nichel è presente nel vino per cui anche in questo caso sarà lo specialista a valutare la situazione nello specifico.
Se invece non avete allergie o intolleranze diagnosticate ma, in seguito ad un paio di bicchieri di vino avvertite sintomi quali difficoltà digestive, reflusso gastrico, eruzioni cutanee, ecc., allora sarà bene effettuare l’ALCAT Test per le intolleranze alimentari (i sintomi da intolleranza possono manifestarsi fino a 48 o anche 72 ore dopo). Nel caso di vino e bevande alcoliche in generale, la causa della vostra intolleranza potrà essere il nichel o uno degli additivi chimici aggiunti durante la lavorazione o l’alimento utilizzato come materia prima. L’ALCAT Test, presente da più di vent’anni nell’ambito dell’alimentazione, e validato da studi diversi condotti presso centri di ricerca, permette di testare alimenti, nichel, additivi chimici (coloranti, conservanti, stabilizzanti) ecc. con un semplice prelievo di sangue. In seguito potrete rivolgervi al vostro medico o nutrizionista di fiducia che vi aiuterà nel risolvere il vostro problema attraverso una terapia nutrizionale e non farmacologica.
Per concludere diciamo che il vino è di certo la bevanda che rende piacevoli i pasti con gli amici, tiene compagnia e ci rende allegri e rilassati ma è bene che non diventi il nostro amico fedele. A tale proposito, dato che può essere per diversi motivi considerato un “medicamento”, ricordiamo sempre che come tutte le medicine va assunto in modo controllato.
a cura della dr.ssa Jessica Barbieri, Biologa Nutrizionista, Consulente IMBIO Istituto di Medicina Biologica Milano.