Se la salute vien mangiando,allora iniziamo dalla prostata con una corretta alimentazione e una giusta prevenzione.
La prostata è una ghiandola con secrezione esterna situata all’incrocio delle vie seminali con le vie urinarie, in stretto rapporto anatomico con il retto, la vescica urinaria e principalmente con le vescicole seminali situate lateralmente, vescicole che rappresentano il principale “serbatoio” del liquido seminale.
Il ruolo della prostata e delle vescicole seminali è quello di secernere la parte liquida dello sperma che serve a veicolare, a nutrire e ad aumentare la possibilità di sopravvivenza degli spermatozoi.
In più, la ghiandola prostatica gioca un ruolo protettivo nei confronti del tratto urogenitale dalle infezioni ed altre aggressioni, è una specie di “filtro” del carrefour uro-seminale che “pulisce” i liquidi che passano, cioè sperma e urine.
Gli agenti infettivi possono arrivare alla prostata e quindi alle vescicole seminali per via ascendente uretrale (rapporti sessuali, piscine, ecc) e per via linfatica dagli organi adiacenti (retto, ecc).
Una volta superata la sua capacità di difesa, si può arrivare a infiammazioni/infezioni della prostata e delle vescicole seminali (prostatite, prostato-vescicolite) che influiscono sia sulla fertilità che sull’attività sessuale.
Le conseguenze di una prostata infiammata possono riflettersi negativamente sulla vita sessuale maschile, dal dolore durante i rapporti all’eiaculazione precoce.
Cosa provoca il cancro alla prostata?
Molti fattori possono influenzare la salute della ghiandola prostatica, tra questi non per ultimo un’attenzione particolare è riservata all’alimentazione. L’esposizione a diverse tossine ambientali, lo stress, l’ereditarietà, l’assetto ormonale sono tutti fattori influenzanti il benessere della prostata.
Sottoporsi a screening urologici: controllare il PSA ( attraverso un prelievo di sangue ) negli uomini sopra i 40 anni, sottoporsi ad una visita urologica, eventuale ecografia trans rettale e nei casi dubbi o per confermare sospetti, biopsia della ghiandola.
Da poco siamo in grado di effettuare un test genetico che ci aiuta a capire se e quanto siamo predisposti a sviluppare un tumore prostatico. Attraverso un semplice prelievo di cellule della mucosa orale, grazie ad uno spazzolino dedicato, siamo in grado di analizzare le sequenze del DNA in grado di generare anomalie potenziali per lo sviluppo del tumore della prostata.
Inizialmente si forma un’ipertrofia prostatica che in genere è benigna, l’ingrossamento della ghiandola porta disturbi nella minzione con difficoltà nel primo getto e comunque nel caso in cui la situazione si evolva, un tumore ha bisogno di parecchi anni per formarsi.
L’alimentazione, tanto a lungo ignorata dalla moderna medicina, è stata finalmente riconosciuta come una delle cause primarie di cancro alla prostata nel 1982, un rapporto del National Research Council ha messo in evidenza lo stretto rapporto tra abitudini alimentari e cancro al seno, colon e prostata.
La prostata si può mantenere sana evitando cibi tipo spezie, fritti, condimenti piccanti ecc probabili cause di un’irritazione intestinale che si trasmette alla prostata, una delle possibilità per prevenire ciò è l’attività fisica, dato l’utile ruolo svolto dall’attività muscolare nell’evitare la stasi sanguigna che favorisce l’infiammazione.
Un altro fattore importantissimo che incide sullo stato di salute della prostata sono le intolleranze alimentari.
Le intolleranze alimentari sono una specie di allergie mediate non dalle immunoglobuline E (IgE) ma dal sistema immunitario difensivo o innato rappresentato dai Granulociti Neutrofili ma a differenza delle allergie sono tardive, interne e cumulative. Le intolleranze ai vari alimenti creano un effetto di tipo infiammatorio a livello della mucosa intestinale, infiammazione che comporta la vasodilatazione e quindi l’apertura delle “porte” d’uscita dei germi (E. coli, Enterococcus fecali, ecc) dal retto e il passaggio di questi germi alla prostata dove diventano molto virulenti, non trattandosi del loro habitat normale e non avendo la prostata sviluppato i sistemi di difesa contro germi non abituali.
Il risultato è un’infiammazione della prostata e delle vescicole seminali nei pazienti intolleranti con tutte le conseguenze riportate sopra.
Da sottolineare che la maggior parte delle infiammazioni prostato-vescicolari sono asintomatiche quindi vengono scoperte solo quando il paziente si rivolge al medico per problemi di infertilità, eiaculazione precoce, deficit erettile di mantenimento, sintomatologia urinaria e/o eiaculatoria ecc.
La prostata rappresenta quindi un organo centrale dell’apparato genito-urinario con implicazioni sia sulla fertilità che sulla sessualità dell’uomo e nonostante il parere comune che le patologie prostatiche siano una prerogativa delle persone anziane, i giovani sono più suscettibili alle patologie infettive in quanto più attivi sessualmente. Tra i fattori che influiscono sulla salute della prostata, di sicuro le intolleranze alimentari si trovano ai primi posti.
L’alimentazione: vanno evitati cibi che possono irritare le vie urinarie come gli insaccati, i fritti e cibi troppo piccanti o speziati. Sono da bandire le bevande alcoliche, mentre si possono consumare con moderazione le bevande gassate.
Alcuni cibi protettivi per la salute delle prostata sono : melograno, frutti di bosco, melone, papaia, mango, radice di zenzero e tutti i frutti della stagione estiva, utili per la salute non solo prostatica ma di tutto l’organismo. Anche alcuni carotenoidi, in particolare il licopene contenuto soprattutto nei pomodori (specie se consumati cotti), sono protettivi. I cereali, noci e soia sono altri fattori dietetici con proprietà preventive nei confronti del cancro prostatico probabilmente per via del loro alto contenuto di fitoestrogeni. Anche i famosi acidi grassi della serie Omega 3/6 sono benefici, poiché mantengono attiva e in salute la ghiandola.
Le proteine vegetali infine risultano avere un effetto protettivo modulando la produzione dell’insulina e di IGF-I (Insulin-licancroe Growth Factor) caratterizzato da una potente attività carcinogena. Non per nulla questo fattore risulta essere presente in livelli significativamente più bassi nei vegani, rispetto ai consumatori di prodotti animali (vegetariani inclusi).
Una moderata e regolare attività fisica è invece consigliata per una buona ripresa e un pronto recupero dell’organismo.
Esistono comunque numerosi studi in base ai quali si può sostenere che i grassi saturi (essenzialmente di origine animale) aumentino il rischio di questa patologia e diminuiscano le probabilità di sopravvivenza del paziente già colpito da tumore. La dieta ipercalorica e l’obesità sono stati associati ad un aumento dell’incidenza di cancro prostatico, così come la correlazione tra il consumo di latte e la possibilità di formazioni tumorali definita da oltre 10 anni.
Recentemente si è visto aumentare il rischio del 50% nei forti consumatori di latticini e secondo alcune ricerche sarebbe la frazione non-grassa del latte, a causa del contenuto di Calcio, più che i grassi saturi del latte ad essere il fattore responsabile dell’incremento. La caseina presente nei prodotti lattiero-caseari, aumenta il rischio di sviluppare il cancro prostatico, se consumata in maniera costante per tutta la vita.
Sebbene alcuni cibi animali quali i latticini contengano vitamina D, la loro assunzione non risulta protettiva a causa della contemporanea introduzione di Calcio legato alle proteine animali, difficili da assorbire da parte dell’organismo che di conseguenza va incontro ad una carenza di Vitamina D per consumo e incapacità a trattenerla.