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Perché è importante riposare bene? Un buon sonno è fondamentale per la nostra salute, ma oltre alla quantità è importante considerare la qualità del nostro riposo. 

La Dott.ssa Maria Paola Perini, Neurologa e la Dott.ssa Regina Valentini, psicoterapeuta ci spiegano quanto influisce il sonno sulla qualità della nostra giornata e sulla nostra salute.

Oggi si tende a considerare sempre più spesso il sonno come un fenomeno opzionale, una perdita di tempo prezioso per la produttività e non c’è niente di più sbagliato.

Il nostro corpo ci invia continuamente dei segnali. Difficilmente però poniamo attenzione a quelli che il nostro corpo ci manda quando ci chiede di riposare e che potrebbero essere correlati ad un disturbo del sonno.

I ritmi frenetici a cui ci stiamo abituando tendono a ridurre sempre di più il tempo dedicato al riposo notturno e portano ad una disgregazione dei delicati meccanismi biologici che si innescano quando dormiamo. Infatti ci accorgiamo di non dormire abbastanza solo quando gli effetti deleteri dell’insonnia hanno già prodotto danni.

Il significato simbolico del sonno e dell’insonnia di cui molti di noi soffrono, spesso si riconduce a quello mitico, filosofico ed iconografico delle tradizioni che associa da sempre la veglia alla luce ed il sonno alla morte.
Spesso, quindi, nel momento dell’addormentamento la mente non vuole lasciar andare, cioè abbandonare il controllo e ci si sveglia sempre presto oppressi dalle preoccupazioni.

Quali meccanismi si innescano mentre dormiamo?

Il sonno è costituito da una complessa e raffinata struttura: è caratterizzato da continue variazioni dell’attività vegetativa (pressione arteriosa, respirazione, frequenza cardiaca), ormonale e mentale.

Nelle due fasi principali di sonno, che si alternano ciclicamente durante la notte (la fase REM e la fase NREM) il nostro cervello recupera energie ed il nostro organismo si rimette in sesto:

  • viene prodotto l’ormone della crescita
  • viene attivata la sintesi proteica e la funzione immunitaria
  • vengono archiviati i ricordi a lungo termine (migliora la memoria)

Riposare equivale a rigenerare. Quali sono gli effetti di un cattivo sonno?

Il sonno è un fenomeno delicatissimo e fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza e ancora oggi non sono chiari tutti i meccanismi fisiologici coinvolti. Il sonno è facilmente vulnerabile da parte di eventi esterni ed interni al nostro corpo e costituisce un momento di necessaria pausa e rigenerazione.

Abbandono, incertezza e disidentificazione sono dimensioni difficili da vivere per l’uomo contemporaneo orientato alla pianificazione ed al controllo della realtà e questo risulta evidente nel momento storico attuale, caratterizzato da molta incertezza, precarietà e paura.

Dormire male, porta a pregiudicare la qualità della nostra vira quotidiana e ci espone al rischio di sviluppare diverse patologie come:

  • cardiopatie
  • ipertensione
  • diabete
  • obesità
  • depressione

È necessario che il sonno sia profondo e rigenerante sia per la salute che per la longevità, poiché esso impatta su molti processi fisiologici ed anche sul tono del nostro umore. Infatti, tutti abbiamo provato a dormire troppo poco e male e a risvegliarci di cattivo umore, depressi, demotivati e apatici.

Abbiamo bisogno di un numero minimo di ore di sonno quotidiane variabili (in linea generale almeno 7-8 ore a seconda dell’età) e la qualità del nostro riposo gioca un ruolo fondamentale sulle nostre perfomances.

Quali domande possiamo porci per comprendere a fondo le ragioni della nostra insonnia?

Valutiamo lo stile di vita che conduciamo e le nostre cattive abitudini alimentari, comportamentali ed ambientali: Cosa ti motiva e ti fa sentire appagato? Cosa ti produce pensieri? Quale persona vorresti essere, ma sei imbrigliato in diverse situazioni che ti impediscono di esserlo? In quali aree la tua soddisfazione è minore?

Chiediamoci quali siano le conseguenze di un sonno poco ristoratore a livello psicologico: se si dorme poco la stanchezza rende difficile l’azione verso le soluzioni, non riusciamo a porre fiducia in noi stessi, siamo svogliati e svuotati.

Insonnia: I consigli della psicologa per affrontare questo disturbo

L’insonnia è un sintomo che può avere svariate cause.

L’accettazione delle pretese dell’anima, simbolicamente così chiaramente espresse, dovrebbe richiedere una cura personalizzata secondo la quale la persona andrebbe aiutata a vivere in modo consapevole le proprie emozioni, senza colpevolizzazioni o moralismi, sostenendola nel cambiamento e non solo a togliere il sintomo.

Alcune azioni che possiamo intraprendere per apportare un cambiamento mentale potrebbero essere:

  • evitare di pensare troppo
  • vivere nel presente
  • seguire le indicazioni dei nostri istinti che ci suggeriscono chiaramente cosa ci procura disagio
  • immaginare ciò che può migliorare la nostra condizione
  • chiarire i conflitti attraverso il dialogo
  • vivere la libertà di essere se stessi, almeno in alcune dimensioni

Dormire bene è la chiave per vivere meglio, ma vale anche l’opposto, vivere con calma fa dormire meglio perché nei momenti di calma tendiamo a vedere le cose nella loro interezza con il cuore e con la mente.

Come posso intervenire per affrontare l’insonnia?

Vivere in un ambiente frenetico, con preoccupazioni costanti altera la produzione del cortisolo, l’ormone dello stress, causando una serie di disturbi che compromettono non solo la qualità del nostro riposo, ma anche la qualità della nostra vita.

  1. Controlla i livelli di cortisolo
    Controllare il cortisolo è semplice e si può fare comodamente da casa, con un metodo semplice e non invasivo richiedendo il kit per la misurazione salivare direttamente al nostro laboratorio

  2. Cerca di fare ordine nella tua mente
    Segui i consigli della psicoterapeuta per affrontare la natura psicologica di questo disturbo

  3. Chiedi consiglio ad uno specialista
    Chiedi consiglio ad uno specialista per intervenire in modo mirato e personalizzato con un piano adeguato atto a normalizzare la secrezione di questo importante ormone.

Noi siamo spesso troppo inclini a misurare ciò che è la nostra vita con il nostro metro che è limitato, ed è il metro della mente che va un po’ superato per migliorare il nostro riposo notturno.

 

Dott.ssa Maria Paola Perini
Medico chirurgo
Specialista in neurologia
Dottore di Ricerca in Neuroscienze e Terapia del Dolore
Clicca qui, prenota una visita con la Dott.ssa Perini

Dott.ssa Regina Valentini
Psicologa, Psicoterapeuta, Psicosomatista
Clicca qui, prenota una visita con la Dott.ssa Valentini

Riferimenti:  Cortisolo, Insonnia, Sonno
Redattore: Dott.ssa Maria Paola Perini e Dott.ssa Regina Valentini


July 8, 2021 ArticoloOrmoni

Cos’è il cortisolo e perché è meglio tenerlo a bada? 

Il cortisolo è anche detto “ormone dello stress” perché la sua produzione aumenta in condizioni di stress psico-fisico.
È un un ormone prodotto dal surrene, una ghiandola situata sopra il rene.

La principale funzione di questo ormone è quella di aumentare la produzione di zuccheri da parte del fegato, fornendo energia all’organismo. Per produrre questi zuccheri il cortisolo utilizza sia proteine (prese dai muscoli) che grassi (presi dalla massa grassa).

Un valore di cortisolo alto può essere dovuto sia a cause patologiche, come per esempio un eccessivo funzionamento della tiroide, sia a cause non patologiche, ovvero in presenza di stress.  Per stress si intende sia stress fisico (ad esempio: intensa attività sportiva, malattie, interventi chirurgici, digiuno, carenza di sonno) che stress mentale (ad esempio: ansia, paure, spaventi).

Il cortisolo è quindi un ormone importante per dare energia in situazioni particolari in cui al nostro organismo serve una “marcia in più”. Quando però lo stress diventa una presenza costante nelle nostre giornate, l’alto livello di cortisolo produce effetti indesiderati.

Quali sono i principali sintomi del cortisolo alto?

I principali effetti collaterali dovuti ad alti livelli di cortisolo sono:

  • Obesità e/o difficoltà a perdere peso
  • Ipertensione
  • Debolezza muscolare
  • Calo della libido
  • Depressione e alterazioni dell’umore
  • Acne e problemi dermatologici
  • Smagliature
  • Alterazione del ciclo mestruale
  • Osteoporosi
  • Mal di testa
  • Ritenzione idrica
  • Sistema immunitario inefficiente
  • Astenia (poca voglia di fare, poca energia)
  • Sonnolenza anche al risveglio

Come si misura il cortisolo e qual’è la differenza tra la misurazione su sangue e quella su saliva?

Il cortisolo è presente nell’organismo in due differenti forme:

  • Cortisolo Libero: la più importante da dosare poiché è l’unica che viene utilizzata dal nostro corpo
  • Cortisolo legato ad altre molecole

L’esame su saliva del cortisolo permette di rilevare il cortisolo libero, ovvero quello che il nostro corpo può usare. Al contrario l’ esame su sangue quantifica tutte e due le forme e non ci dice quanto cortisolo libero (quello che il nostro corpo usa) abbiamo in circolo.

Il test su saliva ci da un’indicazione precisa di quanto è il cortisolo utilizzabile dal nostro corpo. 
La misurazione può essere effettuata in modo semplice e non invasivo, in diversi momenti della giornata.
Questo ci permette di stabilire una “curva del cortisolo” e di intervenire con un’azione mirata.

Il test su sangue, oltre ad essere una metodica invasiva, non da un’indicazione precisa di quanto è il cortisolo utilizzabile, ma soltanto di quello presente in generale, al momento del prelievo.

Come funziona la misurazione del cortisolo? page1image318479360

Il cortisolo è un ormone che è più alto o più basso a seconda dell’orario della giornata e del nostro stile di vita.
In una condizione normale il livello del cortisolo è più alto al risveglio e basso quando andiamo a letto per coricarci.

Il test della curva del cortisolo comprende quattro misurazioni del cortisolo salivare durante il corso della giornata, effettuate comodamente a casa attraverso la masticazione di particolari tamponcini previamente forniti dal nostro laboratorio, in modo da capire il più precisamente possibile in quale momento è presente un’alterazione di questo ormone e di poter intervenire con un’ azione mirata e personalizzata.

Contattaci per ricevere il kit di misurazione del cortisolo direttamente a casa tua

Scarica qui la brochure con le modalità di analisi


Dott. Stefano Frigerio
Biologo nutrizionista

Riferimenti: Cortisolo, misurazione del cortisolo, Esami salivari
Redattore: Dott. Stefano Frigerio


DHEA l’ormone della giovinezza dalle numerose azioni importanti

Pelle segnata, stanchezza cronica, difficoltà ad eliminare il grasso in eccesso possono segnalare un’alterazione ormonale a favore di un invecchiamento precoce. Per scoprirlo esiste un test semplice e non invasivo.

Il deidroepiandrosterone (DHEA) è l’ormone steroideo maggiormente presente nel corpo umano. Derivante dal colesterolo, è prodotto dalle ghiandole surrenali ed è coinvolto nella produzione di numerosi altri ormoni steroidei, fungendo da precursore. Il dhea può essere considerato come l’ormone della giovinezza, l’ormone antiaging per eccellenza.

Attraverso questo ormone vengono prodotti gli ormoni sessuali (estrogeni e testosterone) e il cortisolo, ormone dello stress.

Il DHEA è un ormone utile per migliorare l’energia, la composizione corporea, la sessualità, il tono dell’umore, la depressione, l’osteoporosi e ha un’azione anti-aging generale.

Quali sono le azioni del DHEA l’ormone della giovinezza

Le azioni del DHEA sono numerose e importanti, in primis la regolazione e la stimolazione delle funzioni sessuali. Oltre a questa il DHEA:

  • è coinvolto nella regolazione e stimolazione di mielina, sostanza fondamentale per la protezione e il corretto funzionamento del sistema nervoso;
  • è coinvolto nello sviluppo della massa muscolare;
  • è coinvolto nel mantenimento del metabolismo osseo;
  • regola il metabolismo dei lipidi, in particolare favorisce la lipolisi, ovvero il consumo dei grassi a scopo energetico.

In generale un buon livello di DHEA incide positivamente sul vigore energetico, infatti migliora lo stato di forza, della prestanza fisica e della eventuale performance sportiva.

Apporta anche un miglioramento del metabolismo basale, ovvero il consumo energetico di base dell’organismo, ciò che ci permette di mantenere attive le nostre funzioni vitali. Facilita il dimagrimento, riducendo il tessuto adiposo e previene il rischio di osteoporosi.

Svolge anche un’azione antistress in quanto modula la produzione di cortisolo, ormone che altera lo stato dell’umore e metabolico. Ha ripercussioni positive sul funzionamento del sistema nervoso, migliorando anche le capacità di memoria e aiutando a prevenire il rischio di malattie neurodegenerative.

In generale contribuisce a migliorare l’attività del sistema immunitario, prevenendo problematiche cardiovascolari e oncologiche, in quanto aiuta a ridurre la produzione di radicali liberi, ovvero tossine che si sviluppano in seguito a fattori ambientali e non solo.

Attenzione ai livelli di questo ormone, cosa accade in carenza o eccesso di DHEA?

È comunque opportuno dire che nonostante tutto non si debba considerare il solo Dhea come l’elisir di lunga vita, in quanto una sua carenza può portare a sviluppare o comunque amplificare una serie di reazioni avverse dell’organismo, ma anche alti livelli di tale ormone possono portare a spiacevoli conseguenze.

Il corpo umano infatti è gestito da una serie infinita di regolazioni, tutte intrecciate tra loro, con lo scopo di mantenere un equilibrio interno ottimale. Ad ogni azione ne consegue una uguale e contraria per riportare l’organismo al fatidico equilibrio. Ne risulta il fatto che alzare eccessivamente i livelli di dhea, andando oltre i valori massimi di riferimento può comportare uno scompenso ormonale.

In tal caso infatti è probabile che l’organismo si difenda convertendo l’eccesso di dhea in estrogeni piuttosto che testosterone, contribuendo sul piano fisico a sviluppare grasso addominale e ginecomastia, ovvero un aumento del tessuto adiposo a livello pettorale. Una quota di dhea potrebbe essere convertita in diidrotestosterone, un metabolita del testosterone, causando reazioni quale acne, alopecia e ingrossamento della prostata per gli uomini.

Attenzione quindi ai livelli questo ormone.

Come tutte le altre funzioni corporee anche la secrezione di DHEA obbedisce alla legge del mantenimento dell’omeostasi interna. Il nostro corpo ha la capacità di regolare la secrezione in modo ottimale. Salvo patologie specifiche che causano una produzione di DHEA scarsa o eccessiva, il DHEA endogeno non ha effetti collaterali.

La sua secrezione decresce con l’avanzare dell’età ed è un fattore puramente fisiologico.
Attenzione quindi all’integrazione esogena di dhea che può e deve solo essere prescritta da un medico, a seconda dello stato di salute del soggetto e se appunto effettivamente necessaria.

Come si stabilisce l’eta biologica dell’organismo?

Sicuramente avere corretti di dhea aiuta a migliorare quella che può essere considerata l’età biologica dell’organismo. L’età biologica rappresenta un dato per molti versi indefinito, che paragona lo stato fisico generale a quello che si ha normalmente ad una determinata età cronologica.

Così come un bambino di 14 anni che non ha ancora subito lo scatto puberale può avere, per esempio, un’età biologica di 11 anni. Allo stesso tempo un adulto in forte sovrappeso di 40 anni può avere un’età biologica di 60 anni.

La determinazione dell’età biologica è una scienza ancora in via di sviluppo, in quanto gli studiosi non hanno ancora stabilito una serie di parametri comuni per valutarla. Il DHEA rientra sicuramente tra i fattori più importanti per stabilire la reale età biologica di una persona.

La secrezione di DHEA raggiunge infatti il proprio picco tra la fine della pubertà ed i 25-30 anni, dopodichè inizia a diminuire, cosicché a 65 anni il corpo produce circa il 10-20% di quello che ne produceva a 25.

Come faccio a conoscere i livelli di DHEA del mio organismo?

Importante quindi nel tempo una sua valutazione. Oggi è possibile determinare i livelli di Dhea endogeno attraverso un semplice esame salivare non invasivo, per capire l’eventuale presenza di stati di carenza o sovraccarichi.

Scopri come misurare i tuoi livelli di DHEA l’ormone della giovinezza

Quali sono gli alimenti che influiscono sulla produzione di DHEA?

Anche attraverso l’alimentazione è possibile colmare eventuali deficit o comunque incidere e migliorare la produzione di questo ormone. Migliorare l’apporto di cibi proteici, carni magre e pesce e in particolare di cibi ricchi di grassi buoni come il salmone, lo sgombro, le uova, la frutta secca, l’avocado, semi vari e l’olio extravergine d’oliva permette di fornire le sostanze chiavi utile per favore la formazione di Dhea. Al contrario zuccheri raffinati e cibi industriali possono incidere negativamente portando a ridurre l’efficacia di tale ormone.

Ormai è noto come il cibo possa influenzare la resa ormonale dell’organismo contribuendo lui stesso a stimolare un effetto adattogeno sul nostro organismo. Comprendere e analizzare il funzionamento dell’organismo e modularlo soprattutto attraverso una corretta alimentazione è alla base della salute, anche e soprattutto dal punto di vista ormonale, del corpo umano.

Contatta subito il nostro biologo nutrizionista per una misurazione


Dott. Alessio Tosatto

Biologo Nutrizionista

Riferimenti:  Ormoni sessuali, Ormoni, DHEA, Ormone della giovinezza, invecchiamento cellulare
Redattore: Dott. Alessio Tosatto


January 7, 2021 Articolo

Il testosterone, un ormone che non coinvolge solo calvizie e impotenza

Capita spesso di sentir parlare, soprattutto in ambito femminile, delle variazioni di umore causate dalle fluttuazioni ormonali. In ambito clinico gli ormoni più studiati sono il cortisolo (l’ormone dello stress) e gli estrogeni, i cui sintomi da carenza o eccesso sono molto evidenti e possono in alcuni casi portare a conseguenze anche importanti, che compromettono la qualità di vita della persona.

Meno comune è sentir parlare di dosaggio del testosterone, dal momento che erroneamente si ritiene che tale squilibrio riguardi solo gli uomini che soffrono di impotenza o di calvizie.

Un’alterata produzione di testosterone non ha solo conseguenze a livello estetico o funzionale, ma può compromettere anche:

  • l’apparato locomotore (qualità della muscolatura)
  • l’apparato cardiovascolare
  • la sfera sessuale
  • la sfera psichica e anche comportamentale

Nell’uomo tale ormone viene prodotto naturalmente da cellule specializzate, chiamate cellule di Leyding, presenti nei testicoli, sotto stimolo dell’ipofisi (una ghiandola presente sotto la base dell’encefalo che produce, tra gli altri, anche l’ormone luteneizzante).

La concentrazione di testosterone in circolo durante la giornata non è costante, ma è una curva: presenta infatti un picco massimo alle 8 di mattina e tocca il minimo alle 8 di sera. Decresce inoltre con l’età, già a partire dai 30 anni.

I sette sintomi da tenere sotto controllo 

I sintomi da carenza di testosterone sono:

  • la diminuzione della massa muscolare e ossea
  • l’aumento di grasso corporeo
  • scarsa produzione di globuli rossi con conseguente ridotta ossigenazione dei tessuti
  • un aumento della pressione sanguigna
  • aterosclerosi
  • spossatezza, impotenza e calo dell’umore
  • aumento del rischio di sviluppare diabete di tipo II nei soggetti predisposti

Se la carenza di testosterone diventa cronica si parla di sindrome PADAM (Partial Androgen Deficiency in Aging Male), chiamata anche impropriamente “Andropausa”. Tale sindrome può essere dovuta ad alterazioni fisiologiche a carico dei testicoli o a carico dell’ipofisi, e spesso si verifica con l’avanzare dell’età.

A differenza della menopausa femminile, che si concretizza in una finestra temporale ristretta, la sindrome PADAM si manifesta in forma lenta e progressiva a partire dai 50 anni di età e può portare ad un aumento di peso, ad una riduzione della massa ossea e muscolare e all’insorgenza di anemia.

Quali sono i rischi di un deficit di testosterone in età giovanile?

La carenza di testosterone si può manifestare anche in età giovanile; causa di tale calo è spesso l’eccessiva presenza di un enzima, chiamato aromatasi, prodotto in grandi quantità dalle cellule del tessuto adiposo (ma non solo) e capace di convertire il testosterone in estrogeno (ovvero in ormoni femminili).

Nell’uomo l’aumento degli estrogeni circolanti, causato dall’aumento della funzionalità di questo enzima, porta ad una “femminilizzazione” del corpo con comparsa di ginecomastia, di accumulo di tessuto adiposo a “pera” (petto, fianchi, gambe e glutei), depressione, perdita della libido ed infertilità.

Tra i fattori di rischio che possono portare a tale condizione, oltre a quelli precedentemente citati, ci sono anche sovrappeso, obesità e il fumo.

Integrazione o alimentazione? I cibi che aumentano i livelli di testosterone

Per aumentare i livelli di testosterone, oltre all’integrazione e/o alla terapia ormonale consigliata dallo specialista è possibile agire attraverso l’alimentazione, aumentando le proteine consumate ai pasti, evitando alcol, aceto, caffeina e zuccheri semplici, moderando il consumo di latticini e preferendo il consumo di frutta e verdura a basso indice glicemico.

Gli integratori di testosterone dovrebbero essere somministrati solo nel caso di livelli di testosterone libero nel sangue al di sotto della norma, previa analisi di controllo e solo qualora si riscontrino sintomi o patologie legate all’abbassamento del livello di testosterone. Prima di ricorrere ad integratori, controindicati a tutti i soggetti a rischio cardiovascolare, è da valutare un cambio nello stile di vita e un controllo di fattori come l’obesità o la pressione alta.

Uno stile di vita sano è il migliore alleato per mantenerne buoni i livelli di testosterone, che non è solo l’ormone della virilità, ma è importante per proteggere il cuore e le ossa.

Perché il testosterone è importante anche per le donne?

Nonostante sia spesso associato agli uomini, il testosterone è importante anche per la salute delle donne.  Le donne naturalmente hanno livelli più bassi di testosterone. I loro corpi sono più sensibili all’ormone e la salute delle donne dipende dall’equilibrio tra estrogeno, progesterone e testosterone.

Il testosterone gioca un ruolo cruciale nella produzione naturale di estrogeno, aiuta a preservare la massa muscolare e ossea e contribuisce alla libido. Anche in ambito femminile il dosaggio di testosterone è importante.

Un eccesso di testosterone nelle donne può portare a problematiche come:

  • irsutismo
  • abbassamento del timbro della voce
  • eccessivo sviluppo della muscolatura
  • ipotrofia mammaria
  • anomalie mestruali

Come faccio a misurare i livelli di testosterone nel sangue?

Fino a pochi anni fa il livello di testosterone circolante poteva essere misurato solo attraverso un prelievo di sangue e questo ha reso impossibile effettuare più dosaggi al giorno per verificare la media di testosterone prodotta o verificarne la quantità circolante nella fascia oraria di maggiore o minor produzione. Grazie a nuove e più sofisticate strumentazioni, tuttavia, oggi possibile misurarlo con la saliva, attraverso la masticazione di un semplice tampone.

Tale metodo rende molto più semplice la rilevazione di un eventuale carenza o eccesso di tale ormone, permettendo anche la valutazione ormonale in ambiti diversi da quello clinico, come ad esempio in campo sportivo.

Misura i livelli di testosterone con una semplice analisi salivare

 

Dott. Davide Iozzi

Biologo nutrizionista
Esperto in nutrizione umana

Riferimenti: Testosterone, Libido, Salute sessuale, Salute delle Ossa
Redattore: Dott.ssa Giulia Aliboni


L’acne è un disturbo comune della pelle che indica uno squilibrio della secrezione sebacea della cute. Oggi è possibile individuare le cause con delle semplici analisi ed attuare rimedi mirati e personalizzati 

L’acne è una condizione patologica della pelle che si manifesta con la comparsa di brufoli, foruncoli, punti neri e punti bianchi sulla pelle del viso e del corpo. Chi ne soffre di più sono adolescenti e giovani adulti, ma esistono anche casi di adulti che soffrono di acne (si parla in questi casi di acne tardiva).

Insieme alla comparsa di brufoli e punti neri, possono anche comparire comedoni, cisti, arrossamenti e noduli. Anche una pelle grassa e perennemente lucida è indicativa di uno squilibrio della secrezione sebacea della cute. Alcune pelli tendono a produrre fisiologicamente più sebo, ed in questo caso si è più inclini a sviluppare acne.

Le cause che portano allo sviluppo di acne sono diverse:

  • ormonali
  • alimentari
  • stress
  • genetica
  • batteriche
  • di caratteristiche intrinseche della pelle

Perché si manifesta l’acne? Il ruolo degli ormoni con l’acne 

L’acne si manifesta a causa di un aumento della produzione di sebo e cheratina a livello del follicolo pilifero, dove possono crescere e svilupparsi infezioni batteriche, che causano l’arrossamento e la comparsa del pus.

Il Propionibacterium acnes è un batterio che, in condizioni fisiologiche, si trova sulla cute come commensale. Se però i pori cutanei si costruiscono (ad esempio per un’eccessiva produzione di sebo) il P.acnes è in grado di svilupparsi in maniera incontrollata, causando infiammazione della cute e la comparsa del pus.

Squilibri nella secrezione di ormoni possono portare ad una maggiore produzione di sebo

Per quanto riguarda le cause ormonali, possono esserci degli squilibri nella secrezione di ormoni che portano ad un aumento della produzione di sebo, e questo favorisce la comparsa dell’acne. Per questo motivo l’acne colpisce spesso i giovani durante la pubertà: è in questo momento della vita che la secrezione ormonale inizia a cambiare e quindi si può avere un’influenza sulla produzione di sebo.

In pubertà aumenta la secrezione di testosterone, che nei maschi provoca la crescita degli organi genitali e nelle femmine causa un aumento della massa muscolare e della densità ossea. Il testosterone spesso influenza la comparsa dell’acne (è la principale causa di acne giovanile).

Superata la pubertà, gli squilibri ormonali non riguardano quasi mai il testosterone, ma altri ormoni.

L’acne tardiva colpisce per di più le donne (nel 75-85% dei casi), proprio perché mentre nell’uomo ad un certo punto della vita la secrezione ormonale si stabilizza e rimane più o meno costante, nella donna continua a fluttuare, per via del ciclo mestruale (la comparsa di brufoli prima delle mestruazioni è molto comune).  Inoltre, nella donna ci sono altre due situazioni che possono influenzare la produzione ormonale: la gravidanza e la menopausa.

Lo stress provoca un aumento del cortisolo, che influenza la produzione di sebo

Anche lo stress influisce sullo sviluppo dell’acne, provocando un aumento del cortisolo (l’ormone dello stress, prodotto dalle ghiandole surrenali). Anche in questo caso si parla quindi di cause ormonali dell’acne, perché con l’aumento di ormoni in circolo le ghiandole sebacee sono stimolate a produrre più sebo e ciò facilita la comparsa di acne.

Il cortisolo, l’ormone dello stress e le impurità della pelle

Anche i cosmetici sbagliati possono causare acne. Cosmetici ed acne: scegliere sempre quelli giusti per la propria pelle 

L’uso di farmaci e cosmetici inadeguati può promuovere l’insorgenza di impurità della pelle. Il cortisone, il testosterone e gli anabolizzanti fanno parte della categoria di farmaci che hanno un effetto sulla produzione di acne; allo stesso modo l’uso di prodotti cosmetici inadeguati ed una mancata e/o corretta detersione del viso possono contribuire all’ostruzione dei pori e favorire la proliferazione batterica.

Alimentazione ed acne 

Anche l’alimentazione può avere un ruolo chiave nell’alterazione dell’equilibrio della pelle: l’acne può svilupparsi a causa di un’intolleranza alimentare (spesso l’intolleranza riguarda il latte, il formaggio o la farina di frumento); oppure a causa di una dieta sbilanciata, ricca in grassi saturi, che fanno a sovraccaricare il fegato.

Inoltre, una dieta eccessivamente ricca in grassi saturi di origine animale può aumentare la sintesi degli ormoni derivanti dal colesterolo, tra cui citiamo: mineralcorticoidi, glucocorticoidi (es: cortisolo), androgeni (es: testosterone, diidrosterone), progestinici ed estrogeni.

Inoltre, sia le intolleranze che una dieta ricca di grassi saturi e prodotti processati, alimentano l’infiammazione generale, che sicuramente facilita gli squilibri cutanei.

Come tutte le patologie inoltre, lo sviluppo di acne può avvenire anche su base genetica: ci sono alcuni polimorfismi che, più di altri, predispongono all’iperproduzione di sebo.

Cure e rimedi per combattere l’acne 

Quindi, per poter affrontare al meglio l’acne e trovare una cura efficace, è importante capire la principale causa che lo provoca. Il professionista potrà prescrivere diversi esami ematici, salivari e delle urine per valutare il dosaggio degli ormoni coinvolti nell’aumento della produzione di sebo, ed eventualmente il grado di infiammazione del soggetto.

È utile anche testare le intolleranze alimentari, per capire se l’acne ha origine da alcuni cibi in particolare, ad esempio mediante l’ALCAT TEST®, un test citotossico approvato dalla FDA.

Una volta compreso il tipo di acne e la causa, ci sono diverse strategie terapeutiche che possono essere applicate. Quello che vale in generale è:

  • Bere molta acqua
  • Evitare cibi ricchi in zuccheri e prediligere una dieta a basso carico glicemico
  • Consumare cereali integrali, frutta e verdura quotidianamente
  • Diminuire il consumo grassi saturi
  • Alternare il consumo di proteine animali al consumo di proteine vegetali
  • Utilizzare prodotti cosmetici adeguati per la detersione del viso

Contattaci subito per prenotare la visita con il nostro specialista

È importante rivolgersi sempre ad un professionista già dai primi sintomi dell’acne, per poter intervenire e migliorare l’aspetto della pelle, per ridurre l’infiammazione e per evitare che si formino cicatrici sulla cute.

 

Dott.ssa Giulia Aliboni
Biologo nutrizionista

Riferimenti: Acne, pelle seborroica, problemi della pelle, intolleranze alimentari, ormoni
Redattore: Dott.ssa Giulia Aliboni


La Menopausa può essere per molte donne motivo di ansia e preoccupazione, un periodo travagliato nel quale veniamo travolte da una molteplicità di avvenimenti che pensiamo possano avere conseguenze negative per la nostra salute.

In realtà è un momento fisiologico nel quale, come nella pubertà, il corpo femminile subisce una naturale trasformazione metabolico-ormonale al fine di preservare le funzioni vitali che potrebbero con l’avanzare dell’età mettere a rischio la nostra sopravvivenza.

I sintomi più frequenti durante la menopausa 

I sintomi che si sperimentano più frequentemente durante la menopausa, o in alcuni casi già dal periodo pre-menopausale, sono:

  • Climaterio
  • Insonnia
  • Aumento di peso
  • Cambiamenti emozionali
  • Calo della libido
  • Perdita o assottigliamento del capello
  • Pelle disidratata

Inoltre, attraverso esami di laboratorio, possono essere identificati:

  • Carenze di Vitamine e/o di Minerali
  • Alterazione del metabolismo degli Zuccheri (Insulino-resistenza, Diabete tipo 2)
  • Iper o ipotiroidismo

Menopausa e ormoni: un approccio plurispecialistico per ricostruire l’equilibrio ormonale

Tutti questi cambiamenti sono dovuti a modificazioni dei flussi ormonali che permettevano precedentemente il ciclo mestruale.

Gli Ormoni, insieme a Neuropeptidi, Citochine e Fattori di crescita, fanno parte delle cosiddette signaling-molecules, ovvero molecole che, comunicando fra loro, regolano tutte le funzioni corporee.

Ad oggi, grazie alla Ricerca Biomedica, è stato riconosciuto ad esse un ruolo chiave assoluto nella Prevenzione dello Stato di Malattia, tant’è che negli ultimi anni la Medicina sta progressivamente superando il concetto tradizionale della cura d’organo, per dar spazio ad una visione più unitaria e interdisciplinare in ottica preventiva.

La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) è infatti la Scienza che studia come Sistema Nervoso, Asse ormonale e Sistema Immunitario coordinino tutte le funzioni metaboliche.

Il principio base è il concetto secondo cui la Salute dipenda dall’Omeostasi, ovvero dall’equilibrio, fra questi tre universi paralleli. Un’alterazione a qualsiasi livello provoca conseguenze sugli altri due, innescando uno stato di disequilibrio che, se non ben arginato, potrebbe sfociare in malattia.

La Menopausa pertanto è uno degli esempi più evidenti di come un singolo cambiamento nell’assetto ormonale produca effetti multipli sull’organismo e per questo motivo, spesso, si rende necessario un approccio plurispecialistico per coordinare la ricostruzione di un nuovo equilibrio.

I cambiamenti ormonali che influiscono sullo stato di salute della donna in menopausa

Un importante cambiamento ormonale è la trasformazione degli estrogeni in estrone che rappresentano la causa  della trasformazione biologica dell’organismo che porta all’invecchiamento dei tessuti rendendoli più  densi, fibrosi, il seno e l’utero sono i più  colpiti.

Da alcuni anni e’ possibile determinare la quantità di estrone prodotto grazie ad un esame che si ottiene  dalla raccolta delle urine del mattino, l’esame in questione si chiama Estroprofile.

Grazie a questo esame possiamo sapere se si stanno producendo ormoni che ci faranno invecchiare prima e con le sofferenze tipiche della menopausa, e prescrivere una terapia personalizzata in grado di riequilibrare l’assetto ormonale.

Scopri come effettuare il test comodamente da casa

Menopausa ed alimentazione: il cibo come strumento per migliorare il proprio stato di salute in menopausa

Da un punto di vista Nutrizionale, l’obiettivo è innanzitutto quello di garantire la continuità funzionale di tutti i sistemi che con l’avanzare dell’età potrebbero ridurre la loro efficienza fino a diventare insufficienti a garantire la Salute della paziente.

È necessario dunque che, prima di formulare un Piano Nutrizionale, il professionista verifichi opportunamente lo Stato di Salute della donna attraverso un’accurata anamnesi, l’analisi della composizione corporea e, ultima ma non meno importante, la presa visione di esami di laboratorio aggiornati.

L’anamnesi ha lo scopo di comprendere la Storia del Peso, situazioni attuali o pregresse di Patologie che potrebbero interferire con l’obiettivo che si vuole ottenere e l’accertamento delle Condizioni Sintomatologiche presenti. Importante è anche comprendere lo Stile di Vita della persona e le sue Abitudini Alimentari.

L’analisi della composizione corporea è un esame che ha lo scopo di individuare alterazioni tra il comparto liquido (idratazione) e il comparto solido (massa grassa e massa muscolare) del paziente.

Menopausa e dieta: perché in menopausa cambia la composizione corporea?

Nella donna, soprattutto dopo la Menopausa, possono verificarsi incrementi della frazione liquida (ritenzione idrica) a discapito della massa magra. Il rischio di sarcopenia (perdita di massa muscolare) è tipico del paziente sopra i 50 anni.

Verificare e monitorare nel tempo lo Stato della Composizione Corporea consente di adeguare e/o correggere il Piano Nutrizionale garantendo sempre l’apporto necessario di tutti i macro e micronutrienti di cui l’organismo ha bisogno per mantenere il turn-over cellulare.

A tal proposito, il Nutrizionista può suggerire l’introduzione di una moderata attività fisica, che contribuisce sia al miglioramento del tono muscolare e di tutto il sistema osteo-articolare, che all’attivazione metabolica.

Nell’ottica di contrastare un aumento di peso, l’attività fisica si rende necessaria per implementare il dispendio energetico, così da favorire anche un abbassamento dei livelli glicemici, che possono essere causa di accumulo di grasso viscerale a livello dell’addome con aumentato rischio di patologie metaboliche (diabete, malattie cardiovascolari e neurodegenerative).

Carenze di vitamine e minerali in menopausa, cosa rischio?

Gli esami di laboratorio servono ad identificare possibili carenze di vitamine e minerali. Nella donna una fra tutte è la carenza di Vitamina D che è causa diretta di ridotta fissazione del Calcio nelle ossa, con conseguente rischio di fragilità, osteopenia o addirittura osteoporosi.

Un esame integrativo importante da eseguire per verificare lo stato della salute ossea è la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC). La Vitamina D è essa stessa considerata un ormone e, proprio per questo, si integra perfettamente nel cross-talking con gli altri sistemi della PNEI.

Le conseguenze di una carenza di Vitamina D si ripercuotono dunque indirettamente su altri sistemi. Infatti, essa svolge un importante ruolo nella soppressione infiammatoria promuovendo l’espressione di citochine antinfiammatorie. In particolare ne è stata evidenziata la sua funzione in alcune patologie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico e l’artrite reumatoide. Inoltre, studi scientifici recenti hanno confermato effetti indiretti della vitamina D nella patofisiologia del Diabete Tipo 2.

Carenze di minerali tipiche della menopausa sono invece quelle legate a Calcio, Magnesio, Zinco e Selenio. Del primo abbiamo già parlato, ma possiamo aggiungere che, il Calcio oltre a combattere l’osteoporosi, esso riveste un ruolo importante per l’apparato cardiocircolatorio, contrastando l’aumento di colesterolo e stabilizzando il ritmo cardiaco.

Il Magnesio e lo Zinco supportano almeno 300 attività enzimatiche. Una loro carenza provoca disturbi sia in età fertile (cefalea, dismenorrea, sindrome pre-mestruale), che durante la Menopausa, in particolare acutizzando fenomeni quali climaterio, insonnia, stanchezza e irritabilità.

Un’adeguata concentrazione di questi metalli stimola la produzione di serotonina, un’endorfina che agisce su recettori specifici del cervello, svolgendo azione analgesica, antidepressiva e stabilizzante del tono dell’umore.

Il Selenio infine è utile per contrastare i processi ossidativi e prevenire l’invecchiamento delle cellule promuovendo l’attività del Coenzima Q10.

Alimentazione in menopausa: quali sono i cibi da preferire?

In una Dieta bilanciata, per garantire un corretto apporto di questi minerali, il Nutrizionista può suggerire l’utilizzo di alcuni alimenti come ad esempio Legumi, Cereali ad alto contenuto di fibre e Cacao, che sono fonti primarie di questi e altri micronutrienti

Terapie naturali contro i disturbi della menopausa

In ottica PNEI, anche la Fitoterapia può essere un ulteriore sostegno per contrastare i fenomeni tipici della Menopausa. Alcune piante infatti contengono fitocomposti efficaci nel contrastare le fluttazioni estroprogestiniche ed i relativi sintomi caratteristici della Menopausa.  Fra queste, la Salvia, l’Erba Medica, il Trifoglio Rosso e la Dioscorea Villosa. Quest’ultima in particolare è ricca di Diiro-epiandrosterone (DHEA), la cui diminuzione è fortemente correlata all’avanzare dell’età, soprattutto nella donna.

In conclusione, la Menopausa non è altro che una transizione fisiologica che il corpo femminile subisce al termine dell’età fertile. Come tutte le alterazioni dei tre Sistemi (Nervoso, Ormonale, Immunologico), è un momento delicato poiché i cambiamenti che ne derivano possono, se non ben coordinati, far pendere l’ago della bilancia omeostatica verso una o più patologie.

Il Nutrizionista può essere un valido supporto che, sulla base dell’anamnesi e delle evidenze analitiche, può suggerire un Piano Nutrizionale adeguato e qualora si rendesse necessario, può associare un’opportuna supplementazione mediante multivitaminici, prodotti integrativi, nutraceutici e fitoterapici che contribuiscono a perfezionare la posologia dettata dalla Dieta.

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Dott.ssa Valentina Vielmi

Biologa Nutrizionista

Riferimenti:  Menopausa, Salute della Donna, alimentazione in menopausa
Redattore: Dott.ssa Valentina Vielmi


March 4, 2020 ArticoloEveryday Life

 

Quanto è importante valutare la salute ormonale?

Se non lo avete ancora fatto, leggete prima il nostro articolo sulla salute ormonale di uomini e donne

Stili di vita scorretti, momenti particolari della vita (come ad esempio la menopausa) o semplicemente l’avanzare dell’età possono mettere l’organismo in una situazione di squilibrio metabolico nella produzione ormonale e nelle principali funzioni dell’organismo.

Per ripristinare l’equilibrio è consigliato intervenire in modo mirato e personalizzato verificando il proprio stato di salute ormonale attraverso la raccolta di una gamma di ormoni, analizzandone in modo preciso il loro dosaggio per poter fornire consigli mirati e su misura.

La determinazione dei livelli ormonali è di fondamentale importanza per lo studio di numerosi processi fisiologici.
Con l’esame della valutazione ormonale è possibile effettuare questa analisi direttamente su saliva, in modo semplice, affidabile e non invasivo.

Quali sono gli ormoni che vengono analizzati?

DHEA-Solfato, l’ormone della giovinezza

Il DHEA-Solfato è il precursore degli ormoni sessuali maschili (testosterone) e degli ormoni sessuali femminili (estradiolo) ed è considerato l’ormone della giovinezza, in quanto il suo livello cala naturale con l’avanzare dell’età.
Se si riscontrano valori alterati di questo ormone si potrebbe essere di fronte e un indice di invecchiamento precoce.

Maggiore è il livello del DHEA-Solfato e più è alta la carica ormonale.

Questo test è consigliato a chi presenta le seguenti caratteristiche:

  • comparsa precoce di rughe
  • scarsa reattività muscolare
  • aumento della massa grassa


Estradiolo

L’estradiolo è il principale ormone prodotto nella donna in età fertile, ma è un prodotto in quantità minore anche nell’uomo.

La valutazione di questo ormone è consigliata a chi presenta i seguenti disturbi:

  • calo del desiderio
  • dolori articolari
  • eccessiva ritenzione di liquidi
  • pettorale poco tonico o cadente nell’uomo
  • aumento del girovita

Progesterone, per le donne in cerca di una gravidanza

Sempre per quanto riguarda le donne, il progesterone risulta essere un buon indicatore di un ciclo mestruale regolare in età fertile, ma è utile testarlo a qualsiasi età. Diventa fondamentale il suo dosaggio in donne alla ricerca di una gravidanza.

Il test è consigliato a tutte le donne che presentano le seguenti caratteristiche:

  • alterazione del ciclo mestruale con ciclo irregolare, doloroso e/o molto abbondante
  • sindrome premestruale caratterizzata da tensione, irascibilità, attacchi di panico, disturbi del sonno, gonfiore premestruale, emicrania mestruale
  • pubertà precoce
  • cambiamenti repentini dell’umore e molto evidenti

Estradiolo e progesterone vanno testati insieme se ci sono problemi relativi alla sindrome premestruale.

Testosterone, l’ormone maschile 

Il testosterone invece, è l’ormone maschile che sovraintende alla funzione sessuale e all’equilibrio metabolico dell’uomo, anche se è presente in minor quantità anche nelle donne.

La sua misurazione è utile per la valutazione ormonale in sportivi, atleti o nelle terapie antiaging.

Il test è consigliato a tutti coloro che soffrono dei seguenti disturbi:

  • calo del desiderio sessuale o disfunzione erettile
  • negli uomini con ginecomastia e/o fianchi larghi
  • diminuzione della massa muscolare e/o calo della performance negli sportivi
  • perdita di capelli (anche nelle donne)
  • nelle donne con irregolarità del ciclo mestruale e con eccesso di peluria

 

Come viene fatto il test?

Il test di questi ormoni viene fatto attraverso la saliva. Ogni ormone richiede l’uso di una salivetta.
Per quanto riguarda l’esame del DHEA-Solfato è necessario masticare la salivetta al risveglio (intorno alle 7.00 / 8.00 del mattino) mentre per gli altri test menzionati sopra si può procedere con la raccolta della saliva in qualsiasi momento della giornata.

 

 

Per info:

telefono  +39 02 5830 0445

e-mail  segreteria@imgep.com

 

Riferimenti:  ormoni salivari, testosterone, ormoni femminili, gravidanza, salute ormonale
Redattore: Dott. Gabriele Coppo

 

 



Perché è importante valutare la condizione di salute ormonale?

La condizione di salute ormonale di uomini e donne si può valutare con un semplice test.
Oggi è possibile prevenire l’insorgenza di patologie estrogeno dipendenti (come il tumore al seno o quello alla prostata) valutando il dosaggio di due ormoni presenti sia nell’uomo che nella donna.

Il tumore al seno: quali sono i fattori di rischio più comuni?

Il fenomeno della diffusione dei tumori è in parte dovuto agli stili di vita moderni.
Negli ultimi anni, infatti, i casi di tumore al seno nelle donne sono arrivati a rappresentare il 22,9% di questa categoria ed il 16% di tutti i tumori femminili.  

Tra i fattori di rischio di tumore al seno più comuni troviamo:

  • predisposizione genetica
  • pregresso tumore al seno
  • aumento di peso dopo la menopausa
  • aumento del volume del seno dopo la menopausa
  • aumento della densità mammaria (in presenza o meno di noduli)
  • menarca precoce (prima dei 12 anni) o menopausa tardiva (oltre i 52 anni)
  • uso prolungato di contraccettivi, per un periodo maggiore di 10 anni

Il tumore alla prostata e i fattori di rischio per l’uomo

Anche gli uomini producono estrogeni e lo fanno grazie all’azione di enzimi aromatici presenti nel fegato.

L’aumento degli estrogeni nell’uomo e il relativo calo di testosterone è quindi indicativo di cambiamento biologico e di salute ormonale della prostata.

Nell’uomo un eccesso dell’ estrone 16 a scapito di estrone 2 è predittivo di ipertrofia prostatica.

Tra i fattori di rischio di tumore alla prostata più comuni troviamo:

  • prostata ingrossata
  • PSA alterato
  • familiarità per tumore alla prostata

Come posso fare prevenzione?

Terapie naturali ed un corretto stile di vita possono diminuire il fattore di rischio, ma è possibile valutare la condizione di salute ormonale di uomini e donne con un semplice test.

L’esame Estro-Profile è un test di laboratorio su urine, consigliato a uomini e donne e che permette di effettuare il dosaggio di due tipi di ormoni, l’Estrone 2 (2-OHE1) e l’Estrone 16 (16-OHE1).
La presenza di un alterato equilibrio tra questi due ormoni rappresenta un fattore di rischio.

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Riferimenti: estrogeni, tumore al seno, menopausa, prostata, tumore alla prostata
Redattore: Dott. Gabriele Coppo


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Stress, alimentazione e cortisolo

Chi pratica sport a livello agonistico, conosce bene l’importanza del cortisolo: l’ormone dello stress.
Il cortisolo non è importante solo per gli sportivi, ma al contrario è fondamentale per la buona riuscita di una dieta e per tanti altri fattori.

In questo articolo tutto quello che dovremmo sapere sul cortisolo.

Vi è mai capitato di intraprendere regimi alimentari molto restrittivi o periodi di digiuno prolungato, con l’obiettivo di avere risultati importanti in poco tempo e non ottenere l’esito desiderato?
Oppure avete mai provato ad associare diete molto rigide ad attività fisica particolarmente faticosa e continua e ottenere il risultato opposto a quello desiderato?

Il mancato raggiungimento degli obiettivi può dipendere da livelli alti di cortisolo.

Cos’è il cortisolo, l’ormone dello stress?

Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali ed è definito anche “ormone dello stress”, in quanto la sua produzione aumenta in condizioni di stress psico-fisico, ad esempio dopo esercizi fisici estremamente intensi e/o prolungati, interventi chirurgici, traumi emotivi e digiuno.

La produzione di cortisolo dipende dalla presenza di luce o di buio durante la giornata (presenta un ritmo circadiano). Infatti in condizioni normali i livelli di cortisolo, sono più alti la mattina perché l’organismo deve mettersi in moto e si abbassano verso sera quando ci si prepara ad addormentarsi.

Livelli troppo alti di cortisolo possono causare:

  • aumento della glicemia
  • rallentamento dell’attività della tiroide
  • riduzione delle difese immunitarie
  • aumento della pressione cardiaca
  • aumento della ritenzione idrica con conseguente aumento del gonfiore e della probabilità di comparsa di cellulite
  • formazione di grasso e perdita di massa cutanea e muscolare
  • malassorbimento dei nutrienti con conseguente perdita di massa ossea (osteoporosi)

Anche livelli troppo bassi di cortisolo possono provocare alcuni disturbi come:

  • disidratazione
  • stanchezza
  • abbassamento della pressione sanguigna
  • sonnolenza
  • debolezza muscolare
  • perdita di peso involontario
  • minzione frequente
  • desiderio di bere
  • desiderio di cibi salati
  • ipoglicemia


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Come faccio a regolare i livelli di cortisolo?

Per regolarizzare i livelli di cortisolo possiamo attuare alcune semplici abitudini.
A questo scopo, l’alimentazione gioca un ruolo molto importante.

Ecco alcuni consigli per non aumentare i livelli di cortisolo:

  • Moderare l’apporto di alimenti ad alto indice glicemico come quelli a base di farine raffinate o zuccheri semplici
  • Evitare pasti troppo abbondanti
  • Non assumere cibi proteici con estrema abbondanza, ma con moderazione e all’interno di una dieta equilibrata
  • Preferire cibi a basso indice glicemico (ad es. cereali integrali), cibi ricchi di fibre (verdure in quantità), grassi insaturi (olio extravergine d’oliva, pesce, frutta secca ecc.) e proteine con elevato valore biologico (carni magre, uova) e in maniera equilibrata
  • regolarizzare il ciclo sonno veglia

Oltre alla dieta anche lo sport gioca un ruolo fondamentale.

La secrezione di cortisolo è correlata alla durata e all’intensità dell’esercizio fisico, quindi tanto più questi fattori sono importanti maggiore sarà la quantità di cortisolo prodotto.

In caso di attività agonistica, un incremento dell’ormone può essere dovuto allo stress e all’agitazione pre-gara. Ecco che dopo l’attività fisica particolarmente intensa diventa importante anche la fase di riposo, fondamentale per ottenere un buon recupero muscolare, un miglioramento della prestazione e per mantenere dei buoni livelli ormonali.

Come faccio a sapere se i livelli di cortisolo sono nella norma? 

Nel caso si abbiano dubbi o presentimenti a riguardo è importante monitorare i livelli di cortisolo con una semplice analisi non invasiva su saliva, che deve essere prelevata in diversi orari della giornata (7.00, 13.00, 17.00 e 23.00).
Con l’analisi del cortisolo salivare è possibile verificare con precisione se l’andamento della produzione dell’ormone è nella norma oppure se presenta delle anomalie.

Effettuare il test è semplicissimo e si può fare anche comodamente da casa.
Il nostro centro medico offre la possibilità di acquistare il kit con consegna e ritiro a domicilio.
Il servizio è disponibile in tutta Italia (isole comprese).

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Riferimenti: Cortisolo, stress, dieta e cortisolo, sport e cortisolo, catabolismo, ritenzione idrica
Redattore: Dott. Gabriele Coppo

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