Potenziale utilità clinica di Deutrosulfazyme® CELLFOOD®.
Osservatorio Internazionale Stress Ossidativo, Radicali Liberi e Sistemi Antiossidanti
(Salerno)
Lo stress ossidativo, definito classicamente come l’effetto finale dello squilibrio fra produzione ed eliminazione di specie chimiche ossidanti, generalmente di natura radicalica e centrate sull’ossigeno (Reactive Oxygen Species, ROS), costituisce uno dei fattori di rischio emergenti per la salute. Ad esso, infatti, risultano associati non solo l’invecchiamento precoce, ma una serie di quadri morbosi, spesso di natura degenerativa e ad andamento cronico. In particolare, il Sistema Nervoso Centrale rappresenta, per varie ragioni (elevato consumo di ossigeno, alti livelli di ferro, concentrazione significativa di acidi grassi poliinsaturi, etc.) uno dei principali target dei ROS e, quindi, dello stress ossidativo che, a ragione, viene oggi considerato uno dei principali cofattori di malattie neurodegenerattive (malattia di Parkinson, malattia di Alzheimer, slerosi laterale amiotrofica, etc.).
Per questo motivo, negli ultimi anni il tradizionale approccio terapeutico a queste patologie si sta sempre più aprendo al contributo, talvolta determinante, degli integratori. In tale contesto, Deutrosulfazyme(R) [CELLFOOD®), Eurodream srl, La Spezia], una soluzione colloidale in fase disperdente acquosa a base di amminoacidi, minerali, enzimi e deuterio solfato in tracce, ha dimostrato di possedere potente azione antiossidante sia in vitro che in vitro, proponendosi come formulazione potenzialmente in grado di migliore il trofismo neuronale, più o meno gravemente compromesso dallo squilibrio del bilancio ossidativo nel corso di malattie croniche e degenerative.
Antiossidanti – I radicali liberi
I radicali liberi sono prodotti di “scarto” che si formano naturalmente all’interno delle cellule del corpo quando l’ossigeno viene utilizzato nei processi metabolici per produrre energia (ossidazione). Se sono in quantità minima aiutano il sistema immunitario nell’eliminazione dei germi e nella difesa dai batteri.
Dal punto di vista biochimico, i radicali liberi sono frammenti di molecola dotati di un elettrone spaiato (numero dispari di elettroni nell’ultimo strato, quando normalmente gli elettroni sono accoppiati), che si formano nelle cellule sia in seguito alle normali reazioni metaboliche sia in seguito a stimoli esterni: radiazioni ionizzanti, elevata tensione di ossigeno, sostanze chimiche di varia natura.
Tra i radicali liberi più pericolosi ci sono i composti dell’ossigeno, il cui effetto é simile a quello delle radiazioni: anione superossido, acqua ossigenata e idrossilico. Il più diffuso è l’anione superossido che è estremamente pericoloso perché distrugge l’ossido nitrico determinando ipertensione .
I radicali liberi sono fortemente ossidanti, molto reattivi e vanno alla ricerca disperata di ciò che hanno perduto: un elettrone per completare la doppietta.
Questo li porta a reagire con altre molecole, creando nuovi radicali instabili e dando inizio a reazioni a catena che finiscono per danneggiare irreversibilmente le strutture cellulari.
In condizioni fisiologiche vi è uno stato di equilibrio tra la produzione endogena di radicali liberi e la loro neutralizzazione da parte dei meccanismi anti-ossidanti di difesa. Quando prevale la produzione di radicali si viene a determinare un danno, definito stress ossidativo, che, a lungo andare, comporta una progressiva usura.
Oltre alle normali reazioni biochimiche di ossidazione cellulare, contribuiscono alla formazione dei radicali liberi:
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alcune disfunzioni e stati patologici come le malattie cardiovascolari, l’artrite reumatoide, gli stati infiammatori in genere, i traumi al sistema nervoso, ecc.;
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l’ischemia dei tessuti e conseguente riduzione dell’apporto di sangue;
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le diete troppo ricche di proteine e di grassi animali saturi;
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gli alimenti non tollerati;
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la presenza di un eccesso di ferro che, nella prima fase della trasformazione, fa liberare dal perossido di idrogeno il radicale ossidrile, che è in grado di attivare reazioni chimiche ulteriormente dannose;
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l’azione dei gas inquinanti e delle sostanze tossiche in genere (monossidi di carbonio e piombo prodotti dalla combustione dei motori; cadmio, piombo e mercurio prodotti dall’attività industriale; idrocarburi derivati dalle lavorazioni chimiche, ecc.);
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il fumo di sigaretta, che è una vera e propria miniera di sostanze chimiche;
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l’eccesso di alcool;
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le radiazioni ionizzanti e quelle solari (ozono in eccesso e raggi UVA e UVB). Le radiazioni solari inducono sulla pelle processi di fotoossidazione che degradano gli acidi grassi polinsaturi delle membrane cellulari e conseguente formazione di radicali liberi;
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i farmaci;
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l’attività fisica intensa, sia di resistenza organica che di forza muscolare, causa un incremento notevole delle reazioni che utilizzano l’ossigeno (aumento della respirazione polmonare e dell’attività dei mitocondri delle cellule muscolari, ecc.) e conseguente surplus di formazione di perossido di idrogeno. Anche le reazioni biochimiche legate all’accumulo e rimozione dell’acido lattico dai muscoli affaticati, contribuiscono ad innalzare la soglia dei radicali liberi.
Secondo alcuni studiosi, la lisi della membrana cellulare da parte dei radicali liberi (perossili), è una delle cause del dolore muscolare. Lo stesso avviene per i globuli rossi, contribuendo a determinare o accentuare l’anemia negli atleti. L’atleta allenato è comunque in grado di fronteggiare la presenza di radicali liberi in maniera nettamente più efficace del sedentario o di chi pratica attività fisica saltuariamente.
Quando respiriamo, introduciamo ossigeno. Il 95% circa di questo ossigeno viene utilizzato dalla cellule per produrre energia; mentre la parte rimanente dà origine ai radicali liberi. Questo è un processo fisiologico, normale, e l’organismo di una persona sana è attrezzato per fare fronte alla presenza di questi radicali liberi difendendosi con un proprio sistema anti-radicali, che si chiama sistema antiossidante.
Questo sistema antiossidante comprende meccanismi enzimatici e meccanissmi non-enzimatici. Tra i primi vi è la superossidodismutasi, la catalasi e il glutatione ridotto. Tra le sostanze non enzimatiche ricordiamo la Vitamina E, la Vitamina C, i carotenoidi, i polifenoli, le antocianine, ecc.
Pertanto, alla formazione di radicali liberi il nostro organismo risponde mediante il suo sistema antiossidante.
Se però il quantitativo di radicali liberi prodotto è superiore a quello fisiologico, il nostro sistema antiossidante non è più in grado di neutralizzare questo eccesso, per cui i radicali liberi aggrediscono le cellule, provocando danni più o meno gravi (stress ossidativo).
L’azione distruttiva dei radicali liberi è indirizzata soprattutto sulle cellule, in particolare sui grassi che ne formano le membrane (liperossidazione), sugli zuccheri e sui fosfati, sulle proteine del loro nucleo centrale, specialmente sul DNA (acido desossiribonucleico) dove alterano le informazioni genetiche, sugli enzimi, ecc.
L’azione continua dei radicali liberi si evidenzia soprattutto nel precoce invecchiamento delle cellule e nell’insorgere di varie patologie gravi come il cancro, malattie dell’apparato cardiovascolare, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, enfisema polmonare, cataratta, morbo di Parkinson e Alzheimer, dermatiti, ecc.
Antiossidanti
Le sostanze antiossidanti riportano l’equilibrio chimico nei radicali liberi grazie alla possibilità di fornire loro gli elettroni di cui sono privi. L’organismo umano si difende naturalmente dai radicali liberi producendo degli antiossidanti endogeni come la superossido dismutasi, la catalasi e il glutatione.
Superata una certa soglia è necessario un apporto esterno di antiossidanti.
I principali sono:
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Vitamine: vitamina C, multivitaminico, vitamina E, betacaroteni (provitamina A);
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CELLFOOD® gocce
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Pigmenti vegetali: polifenoli, bioflavonoidi;
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Micronutrienti ed enzimi: selenio, rame, zinco, glutatione, coenzima Q10, ecc.).
Gli agenti antiossidanti possono agire singolarmente o interagire, proteggendosi a vicenda nel momento in cui vengono ossidati. Va tenuto presente che ciascun antiossidante ha un campo di azione limitato ad uno o due specifici radicali liberi. Pertanto solo un’alimentazione completa, con cibi che assicurano un ampio ed equilibrato spettro di nutrienti, può garantire un’efficace azione antiossidativa.
Le microalghe verdi-azzurre Klamath sono ricchissime di pigmenti antiossidanti, tra cui spiccano le potentissime ficocianine, la Klamath fornisce, oltre ai più importanti antiossidanti endogeni (SOD e glutatione), il più alto contenuto di betacarotene fra tutti i cibi conosciuti, perfettamente assimilabile perché presente nelle forme cis e trans in maniera bilanciata. Cosa ancora più importante, il betacarotene nella Klamath è parte dell’intero corredo dei carotenoidi (alpha, gamma, etc.). Gli studi CARET e PHS, promossi dallo statunitense National Cancer Institute e pubblicati dal New England Journal of Medicine nel 1996. hanno mostrato come il betacarotene sintetico, e lo stesso betacarotene naturale ma isolato, lungi dallo svolgere un’azione antiossidante, agiscono come fattori ossidativi e pro-tumorali. A partire da quel momento, è diventato chiaro che per ottenere una potente azione antiossidante e preventiva dei tumori è necessario assumere il betacarotene in entrambe le sue forme cis e trans, cioè come si trova nel suo stato naturale, e soprattutto nella sua naturale sinergia con altri carotenoidi (vedi Mayne S.T., et al., Beta-carotene, carotenoids and disease prevention in humans, in FASEB J., 10-7: 690-701 – 1996; Pryor W.A., et al., Beta-carotene: from biochemistry to clinical trials, in Nutr Rev., 58-2 Pt 1): 39-53 – 2000).
Elenco delle malattie sicuramente associate allo stress ossidativo
1. Aceruloplasminemia
3. Anemia falciforme
5. Apnea notturna
7. Artrite cronica giovanile
9. Asbestosi
11. Atassia di Friedreich
13. Aterosclerosi
15. Baropatie
17. Broncopneumopatie professionali
19. Cancro del polmone
21. Cataratta
23. Cirrosi biliare primitiva
25. Colite
27. Corea di Huntington
29. Degenerazione maculare
31. Diabete mellito
33. Dislipidemie
35. Eclampsia/preeclampsia
37. Epatopatia alcolica
39. Fibrosi cistica
41. Infarto del miocardio
43. Infezione ed infiammazione da
Helicobacter pylori
45. Insufficienza venosa
47. Ipertensione arteriosa
49. Ischemia/ictus cerebrale
51. Leucemia
53. Malattia di Alzheimer
55. Malattia di Parkinson
57. Malattia Reumatica
59. Miocardite
61. Obesità
63. Osteoporosi
65. Photoageing
67. Progeria
69. Retinopatia dei prematuri
71. Sclerodermia
73. Sclerosi multipla
75. Sepsi
77. Sindrome da distress respiratorio
79. Sindrome da Immunodeficienza
Acquisita (AIDS)81. Sindrome di Menière
83. Sindrome di Zellweger
85. Sinucleinopatie
87. Trapianto renale
89. Uremia |
2. Amiloidosi sistemica
4. Angina instabile
6. Arteriopatia coronarica
8. Artrite psoriasica
10. Asma
12. Atassia teleangectasia
14. Atrite Reumatoide
16. Broncopneumopatia cronica ostruttiva
18. By-passo cardiopolmonare
20. Carcinoma a cellule renali
22. Cellulite
24. Cirrosi epatica
26. Compromissione cognitiva minima
28. Danno da ischemiariperfusione
30. Dermatite atopica
32. Disfunzione erettile
34. Displasia broncopolmonare grave
neonatale
36. Epatite cronica C
38. Fibroplasia retrolenticolare
40. Fibrosi polmonare idiopatica
42. Infertilità maschile
44. Insufficienza renale cronica/emodialisi
46. Iperomocisteinemia
48. Ipertensione polmonare
50. Leismaniosi cutanea
52. Lupus Eritematoso Sistemico
54. Malattia di Creutzfeldt–Jakob
56. Malattia parodontale
58. Meningite
60. Morbo di Crohn
62. Osteoartrosi
64. Pancreatite
66. Pneumopatie interstiziali
68. Psoriasi
70. Sarcoidosi
72. Sclerosi Laterale Amiotrofica
74. Scompenso cardiaco
76. Sferocitosi
78. Sindrome da fatica cronica
80. Sindrome di Down
82. Sindrome di Werner
84. Sindromi mielodisplastiche
86. Taupatie
88. Tubercolosi
90. Ustioni |
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