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August 1, 2014 Newsletter

La tiroide è una delle principali ghiandole endocrine (produttrici di ormoni) che svolge un ruolo fondamentale nel controllo delle cellule e dei vari tessuti dell’organismo, con una forte influenza sulle molteplici funzioni corporee (peso corporeo, colesterolo, battito cardiaco, vista, massa muscolare, ciclo mestruale, stato mentale, cute e capelli).

La patologia più comune della tiroide è l’ipotiroidismo, la ridotta funzionalità della ghiandola che si ripercuote sulla riduzione della produzione di energia da parte delle cellule, con conseguente riduzione dell’attività metabolica. In pratica, l’organismo rallenta la produzione di ormoni e quindi il consumo di energia. Le donne sono più colpite rispetto agli uomini, con un rapporto che può arrivare a 5 donne su 1 uomo colpito. I sintomi più comuni, che passano spesso inosservati, sono:
stanchezza, freddolosità, letargia, aumento di peso, capelli secchi e sfibrati, pelle secca e ipotonica, etc.

La condizione opposta è l’ipertiroidismo, ossia un aumento delle produzione di ormoni tiroidei con conseguente aumento della produzione di energia, noto con il nome di morbo di Graves-Basedow.
Spesso è di origine auto immune, con produzione di anticorpi rivolti contro il TSH, che impediscono il normale funzionamento della ghiandola. Tra i principali sintomi vi sono: tremore di tutto il corpo, perdita di peso inspiegabile, sudorazione abbondante, insonnia, agitazione e irrequietezza, tachicardia (battito accelerato del cuore) ipertensione.

La diagnosi è molto agevole potendo misurare i valori di FT3 e FT4, TSH-r, e altri parametri correlati alla funzione tiroidea.

L’alimentazione riveste un ruolo importantissimo in caso di alterazione della tiroide. In caso di ipotiroidismo, ad esempio, è necessario ridurre i cibi ad alto contenuto di grassi idrogenati: burro, margarine e oli vegetali di origine non nota (diversi dall’ollio di oliva). Evitare le carenze di minerali fondamentali: ferro magnesio selenio Zinco, Iodio; le vitamine necessarie per un corretto funzionamento sono la Vit A, B6, B12, C, D, E. Chi soffre di ipertiroidismo dovrà fare attenzione al sale iodato. Il sale in generale va usato con parsimonia, verificando anche a quello contenuto nei prodotti alimentari industriali (cracker, patatine, insaccati). Si sconsigliano anche tutte le sostanze eccitanti il sistema nervoso: caffeina, cola, bevande energetiche, un eccesso di proteine animali.

Anche le intolleranze alimentari incidono sulla funzione tiroidea. Il test ALCAT per la diagnosi delle intolleranze identifica gli alimenti da non introdurre nella dieta, perché potenziali competitori con gli ormoni tiroidei, specifici e individuali.

Le indicazioni personalizzate del nutrizionista, consentono di stabilire una corretta alimentazione mirata a correggere naturalmente un iniziale squilibrio metabolico, e le conseguenze del caso.



March 30, 2014 Newsletter

Cos’è la terapia chelante?

La terapia chelante rappresenta la prima scelta terapeutica nel trattamento di rimozioni dei metalli pesanti dall’organismo, e la principale indicazione nella prevenzione dei danni generati dai radicali liberi.Tra tutte le sostanze inquinanti, i metalli pesanti sono da considerare un elemento pericoloso con cui possiamo venire, volenti o nolenti, in contatto nella nostra quotidianità. Essi, infatti, possono trovarsi a nostra insaputa nei cibi, tessuti per abiti e vestiti, rivestimenti ambientali, vernici, farmaci, per citare alcuni dei principali veicoli.

I metalli sono tutti tossici?

Non tutti i metalli sono tossici, e soprattutto alcuni come il ferro, rame, selenio, zinco, a determinate concentrazioni sono assolutamente indispensabili per lo svolgimento delle normali funzioni metaboliche dell’organismo, il problema è che a dosi elevate risultano essere tossici e dannosi.

Quali sono i metalli che possono risultare tossici?

Alcuni metalli tossici, come il piombo, mercurio, alluminio, cadmio, esercitano effetti dannosi sull’organismo anche a bassissime dosi o concentrazioni.

Dove si accumulano i metalli?

I metalli si accumulano lentamente e progressivamente nel nostro corpo ad esempio a livello del tessuto adiposo, nelle ossa, nel fegato, nel cervello, nella tiroide.

Dove si trovano i principali metalli pesanti e tossici e come li introduciamo nell’organismo?

Le principali fonti maggiori di mercurio sono:

  • amalgame per otturazioni dentarie

  • thimerosal ( vaccini )

  • sostanze detergenti per pavimenti

  • pesci di grossa taglia ( tonno, spada )

  • cosmetici

  • talco

  • coloranti

  • diuretici

  • lassativi

  • tatuaggi

  • supposte anti infiammatorie e per emorroidi

  • pomate anti psoriasi

Le fonti di tossicità da alluminio:

  • lattine di birra

  • lattine in generale

  • lievito in polvere

  • aspirine tamponate

  • pentole e stoviglie di alluminio

  • carta di alluminio per o cibi

  • usato come conservante in alcuni condimenti per i primi, sott’aceto, cosmetici,

  • antiacidi

Le fonti di tossicità per il piombo:

  • vernici

  • inquinanti ambientali come gli scarichi dei motori delle auto

  • saldature e fonderie

  • sigarette

  • insetticidi

  • conserve

  • acqua di rubinetto

  • ortaggi coltivati in zone ad alto rischio  di inquinamento

Cosa crea il metallo tossico nell’organismo?

Il metallo blocca il lavoro di particolari enzimi all’interno delle cellule, progressivamente si riduce la produzione di energia fino ad arrivare al blocco cellulare.

Quali sono i sintomi da intossicazione da metalli pesanti?

La sintomatologia da metalli tossici è molto varia e può coinvolgere numerosi organi e apparati. In base al tessuto intaccato, avremo dei sintomi tipici e specifici correlati, ad esempio problemi neurologici se i metalli si depositano nel sistema nervoso centrale, disfunzioni ormonali tiroidee se si depositano nella tiroide, disturbi intestinali, polmonari. etc…

Siamo tutti a rischio?

Potenzialmente sì. Le categorie più a rischio sono bambini e anziani, o malati cronici.

Quali indagini si possono eseguire per sapere se si è predisposti ad accumulare i metalli pesanti?

Il mineralogramma rappresenta l’indagine non invasiva di elezione per la ricerca di metalli pesanti nel nostro organismo; la procedura è semplice e non invasiva, si tagliano i capelli della zona nucale, circa un grammo (1 cucchiaio), in pratica si tratta di una biopsia tessutale vera e propria. Grazie al mineralogramma, possiamo  scoprire l’accumulo qualitativo e quantitativo dei vari tipi di metallo pesante e dove tende la loro localizzazione. Si sceglie il capello perché rappresenta un tessuto stabile nel tempo ed affidabile.

Un’altra analisi utile si può eseguire attraverso l’esame delle urine.L’analisi della presenza di metalli pesanti nell’urina è indice del loro accumulo nell’organismo. Si possono ricercare i principali metalli tossici.

 Possiamo curare questa intossicazione? Esiste una terapia efficace?

Si esiste una terapia efficace che ci chiama CHELAZIONE. Ci sono alcuni principi attivi molto efficaci che si utilizzano da diversi anni con successi terapeutici.

Cosa si usa per chelare i metalli pesanti dall’organismo?

La prima scelta cade sull’uso di EDTA ( acido Etilen Diammino Tetracetico ) endovena, la metodica richiede esperienza da parte dell’operatore e consiste in una seduta terapeutica della durata da 1 fino a 2 ore.

Altre sostanze utilizzate sempre per via endo vena, sono acido lipoico, glutatione ridotto, ATP, Vitamina C ad alti dosaggi, N-Acetil-Cisteina. Queste sono tutte sostanze ad azione chelante, che hanno cioè lo scopo di eliminare i radicali liberi che si formano dalle reazioni biochimiche degli alimenti e dei metalli tossici.

A volte è possibile associare una terapia per via orale, con prodotti gastroprotetti, in grado di catturare le molecole dannose dall’organismo ed eliminarle attraverso i reni, fegato e intestino.

Meccanismi d’azione e benefici della terapia chelante:

  • chelazione, rimozione dei metalli tossici

  • chelazione dei depositi di calcio presenti sulle pareti dei capillari del microcircolo, con attivazione e ossigenazione dei capillari periferici

  • ha effetto anti radicali liberi ( corregge lo stress ossidativo )

  • riduce l’adesione delle piastrine

  • riduce il colesterolo e la sua adesione nelle arterie

  Indicazioni della terapia chelante ( dove la causa è un accumulo di metalli e   sostanze tossiche negli organi )

  • patologie della circolazione e del cuore ( ischemia, arterioscelrosi )

  • patologie della retina con elevato stress ossidativo

  • patologie renali

  • ipertensione arteriosa

  • patologie del fegato

  • invecchiamento ( aging )

  • intossicazione da agenti tossici

  • MCS ( sensibilità chimica multipla )

  • prevenzione e trattamento dei disturbi generati dall’arteriosclerosi

  • intossicazione da metalli pesanti

  • dolori osteo articolari causati da depositi di tossine nei tessuti

  • malattie del collagene ( collagenopatie )



January 13, 2014 Newsletter

IMGEP organizza il Seminario Sabato 15 Febbraio 2014 presso

Tiro a Segno Nazionale sezione di Milano – Vle Achille Papa 22/b – 20149 Milano – tel. 02/33002418

Per iscrizioni: Segreteria Organizzativa e Provider Akesios Group srl – Parma Tel. 0521/647705 – Fax. 0521/1622061

www.akesios.it – info@akesios.it Per informazioni: IMGEP srl – ALCAT Test Italia – tel. 02 58300376 – segreteria@imgep.com

Si Ringrazia per la Collaborazione:

Istituto Medicina Genetica Preventiva Personalizzata

PROGRAMMA E RELATORI

09.30-10.30 Dr. Alessandro Scorba: Medico Chirurgo, Specialista in idrologia medica, Esperto in Nutrizione,

Responsabile dello Studio Medico Altramedicina a Malnate. Intolleranze alimentari: un approccio teorico e pratico per fare chiarezza.

10.30-11.00 Dr. Davide Iozzi: Biologo Nutrizionista, collaboratore dell’Istituto di Medicina Biologica e Genetica

Preventiva di Milano. Disbiosi intestinale e intolleranze alimentari: il ruolo di Candida Albicans.

11.00-11.30 Dr. Angelo Stimolo: Medico Chirurgo, Specialista in Idrologia Medica, Esperto in Idrocolonterapia

presso lo Studio Medico Altramedicina a Malnate. L’idrocolonterapia come trattamento di supporto alla dieta.

11.30-11.45 Coffee Break.

11.45-12.10 Dr.ssa Cecilia Pedroni: Biologa Nutrizionista, collaboratrice dell’Istituto di Medicina Biologica e Genetica

Preventiva di Milano. Analisi dell’andamento statistico e stagionale delle intolleranze alimentari valutato con ALCAT test: anni 2010, 2011, 2012.

12.10-13.00 Dr. Giuseppe Di Fede: Medico Chirurgo, Master in Nutrizione e Dietetica Clinica,

Professore a contratto in Nutrigenomica presso l’ Università di Pavia. Direttore Sanitario dell’Istituto di Medicina Biologica e Genetica Preventiva Di Milano. Dalle intolleranze alimentari alla nutrigenomica: approccio nutrizionale integrato, presentazione di casi clinici.

13.00-13.15 Dr. Giuseppe Di Fede: discussione.

13.15-14.30 Break.

14.30-15.00 Dr. Alessio Tosatto: Biologo Nutrizionista, collaboratore dell’Istituto di Medicina Biologica e Genetica

Preventiva di Milano. Quali test e cosa aspettarci oggi dalla diagnostica per le intolleranze alimentari.

15.00-16.00 Dr. Alessandro Scorba: Medico Chirurgo, Specialista in Agopuntura, Esperto in Nutrizione,

Responsabile dello Studio Altramedicina a Malnate. Strategia medica nutrizionale per il mantenimento dei risultati ottenuti, dalla teoria alla pratica.

16.00-16.30 Dr. Roberto Colombo: Medico Chirurgo, Direttore Sanitario Synlab Italia, Professore a contratto

presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore scuola di specialità di Microbiologia dell’Università di Milano. Gluten Sensitivity e Celiachia, un confronto diretto.

16.30-17.00 Dr. Michele Di Stefano: Medico Chirurgo, Dipartimento di Medicina interna, Università di Pavia.

Lo spettro delle condizioni glutine-relate: il punto di vista del gastroenterologo.

17.00-18.30 Dr. Giuseppe Di Fede: Casi clinici e discussione.

Conferiti 8 Crediti ECM per Medici, Biologi, Farmacisti e Fisioterapisti

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December 1, 2012 Newsletter

La tiroide è una ghiandola endocrina, posta alla base del collo, che insieme ad altre ghiandole e cellule, costituisce il sistema endocrino (ovaie, testicoli, ipofisi, epifisi, ghiandole surrenali, pancreas).

Le ghiandole endocrine producono e riversano nel circolo sanguigno gli ormoni, molecole o “messaggeri chimici” in grado di influenzare e coordinare le diverse attività dell’organismo. Gli ormoni trasmettono segnali tra una parte e l’altra del corpo, e una volta giunti a destinazione agiscono sulla cellula bersaglio, che darà inizio a una particolare attività funzionale.

La tiroide influenza gran parte dell’organismo attraverso la produzione di due ormoni che controllano il metabolismo, ossia la trasformazione del cibo che mangiamo in energia: gli ormoni tri-iodorironina (T3) e gli ormoni Tiroxina (T4).

Per la sintesi di questi ormoni è indispensabile il buon funzionamento dell’ormone ipofisario TSH, un corretto apporto di iodio con la dieta, la presenza dell’aminoacido tirosina, di alcuni enzimi (tireoperossidasi TPO) e del selenio. La produzione di ormoni attivi tiroidei è legata anche alla presenza delle vitamine D, C, E, A.

L’alterazione di questo equilibrio porta a due opposte condizioni patologiche: ipotiroidismo o ipertiroidismo.

L’ipotiroidismo si manifesta in caso di ridotto funzionamento della tiroide che non è in grado di produrre la giusta quantità di ormoni, con conseguente riduzione dell’attività metabolica. Si tratta della patologia tiroidea più diffusa, che colpisce soprattutto le donne (con un rapporto donne e uomini che può essere 5:1).

I sintomi più comuni, che spesso passano inosservati, sono:
stanchezza, freddolosità, letargia, aumento di peso, capelli secchi e sfibrati, pelle secca e ipotonica, caduta dei capelli, stitichezza, mestruazioni più abbondanti, depressione.

L’ipertiroidismo è la condizione opposta: aumento della produzione di ormoni tiroidei, con conseguente aumento della produzione di energia (morbo di Graves-Basedow).
Spesso è di origine auto immune, con produzione di anticorpi rivolti contro il TSH che impediscono il normale funzionamento della ghiandola.
I principali sintomi sono: tremore di tutto il corpo, perdita di peso inspiegabile, sudorazione abbondante, insonnia, agitazione e irrequietezza, tachicardia (battito accelerato del cuore) e ipertensione.

Le patologie della tiroide possono essere diagnosticate in maniera relativamente semplice, vista l’accessibilità clinica della ghiandola stessa, e curate anche grazie a una dieta corretta.

L’alimentazione assume, infatti, un ruolo molto importante in caso di alterazione della tiroide.
In presenza d’ipotiroidismo è necessario ridurre i cibi ad alto contenuto di grassi idrogenati, burro margarine e oil vegetali di origine non nota (diversi dall’olio di oliva), e prevenire la mancanza di minerali fondamentali: ferro, magnesio, selenio Zinco, Iodio; Le vitamine necessarie per un corretto funzionamento sono le seguenti: A, B6, B12, C, D, E.

È consigliato l’uso di sale iodato, mentre sono da evitare le brassicacee (cavolfiore, broccoli e tutta
la famiglia delle crucifere), note per la loro caratteristica di ridurre lo iodio disponibile.

In caso d’ipertiroidismo è bene eliminare tutte le sostanze eccitanti il sistema nervoso: caffeina, cola, bevande energetiche, e un eccesso di proteine animali.

È molto importante, inoltre, per ridurre lo stato infiammatorio generale dell’organismo, valutare la presenza di eventuali intolleranze alimentari, che potrebbero interferire con la funzione tiroidea.
Lo strumento più indicato per la ricerca delle intolleranze alimentari è ALCAT, un test che permette di identificare gli alimenti da evitare, perché potenziali competitori degli ormoni tiroidei, specifici e individuali.

Le indicazioni personalizzate fornite dal medico e dal nutrizionista, possono aiutare a stabilire una corretta alimentazione, mirata a correggere in modo naturale, dove possibile, un iniziale squilibrio metabolico, e le conseguenze del caso.



April 30, 2012 Newsletter

E’ possibile che i trattamenti farmacologici dell’osteoporosi possano avere effetti più ampi di quelli attesi sul metabolismo osseo. Sorprendentemente, sono possibili effetti collaterali sull’apparato cardiovascolare, con particolare attenzione al cuore.

Senza creare falsi allarmi, vale la pena sottolineare che sulle pagine dell’Osteoporosis International, autorevole rivista scientifica, Jean Jacques Body e i collaboratori di medicina interna dell’Ospedale Universitario Brugmann di Bruxelles (Université Libre de Bruxelles) invitano a dedicare particolare attenzione alla scelta dei trattamenti nelle pazienti con fattori di rischio cardiovascolari, che hanno avviato (o che stanno considerando) una terapia per l’osteoporosi. Negli studi osservazionali, esiste un rapporto inverso tra assunzione di calcio e malattie cardiovascolari, puntualizzano i ricercatori, e anche l’assunzione di vitamina D è stata correlata alle malattie autoimmuni e a quelle cardiovascolari; più incerto è invece il rapporto tra bifosfonati e aritmie, segnalato ma non confermato da studi più ampi.

Sono incerti gli effetti cardiologici – segnalati favorevoli o sfavorevoli per molecole diverse – dei Serm (modulatori selettivi dei recettori degli estrogeni), mentre per lo stronzio ranelato gli effetti extra-metabolismo osseo sembrano limitati.

La scelta dei trattamenti per l’osteoporosi deve essere ponderata anche sulla base di considerazioni di tipo cardiologico, concludono gli autori. Una possibilità diagnostica, per ridurre al minimo il rischio di effetti collaterali, è quello di individuare il profilo genetico che predispone all’osteoporosi e in base al risultato, scegliere la terapia adeguata. L’analisi genetica non è invasiva, si effettua strofinando uno spazzolino all’interno della guancia, raccogliendo le cellule di sfaldamento della mucosa orale. Il profilo genetico valuta la predisposizione all’osteoporosi, il metabolismo del calcio, la capacità di produrre nuovo osso e la possibile cura da prescrivere.



April 30, 2009 Newsletter

Gli Omega 3 e 6 sono un gruppo di sostanze chiamate acidi grassi essenziali polinsaturi contenuti nel pesce azzurro, olio d’oliva, alghe marine, salmone, aringhe, merluzzo e sgombro sono i più ricchi di tali acidi grassi.

La peculiarità è quella di proteggere le arterie e il cuore dall’azione dannosa del colesterolo cattivo, causa di arteriosclerosi e infarto del miocardio.
L’azione anti grassi svolta dall’Omega 3 è specialmente forte ed efficace nel ridurre i livelli di trigliceridi, i grassi cattivi, causa di malattie coronariche e inoltre sono in grado di ridurre la pressione arteriosa.

Gli Omega 3 hanno anche un’azione protettiva nei confronti dei trombi, inibendo l’aggregazione piastrinica. In altre parole, riducono la formazione di coaguli del sangue che possono ostacolare la circolazione sanguigna in alcuni distretti del corpo, o bloccare addirittura il flusso di sangue in una vena o arteria con conseguenze pericolose per la salute.

Una dieta bilanciata e ricca di Omega 3 aiuta a ridurre le malattie cardiovascolari.
È possibile sapere il rapporto ottimale tra Omega 3 e 6 (antinfiammatori e acido Arachidonico, infiammatorio) attraverso un prelievo di sangue e stabilire il dosaggio opportuno per ognuno di noi. Oltre a proteggerci da malattie vascolari, riducono l’infiammazione dell’organismo in generale, migliorano le prestazioni cerebrali e svolgono un’azione anti invecchiamento.



April 30, 2009 Newsletter

L’azione benefica e salutare della frutta e della verdura è risaputa da diverso tempo.Ma ora sappiamo cosa in realtà ci protegge e da che cosa.Si tratta di un gruppo di sostanze dai nomi un po’ strani, chiamate polifenoli, anticianosidi, lignani, e altre ancora, capaci di proteggerci dall’aggressione dei radicali liberi e dall’inquinamento ambientale.

La natura ci ha messo a disposizione le armi per difenderci dalle malattie e per farci vivere senza dolore o sofferenza.
Purtroppo in alcuni casi, e per un predisposizione genetica, alcuni di noi si difendono meno dall’azione infiammatoria generata dall’aumento dei radicali liberi. Precisiamo che i radicali liberi, sono prodotti dal lavoro svolto dalle cellule dell’organismo, e che entro certi limiti servono per difenderci dai virus e batteri, ma un concentrazione particolarmente elevata di queste specie reattive può danneggiare gli organi come le arterie, il cuore, il cervello, (oltre cento malattie sono state messe in relazione all’aumento dei radicali liberi) causando malattie croniche e degenerative.

Da diverso tempo è possibile sapere quanti radicali liberi sono presenti nel sangue e quanto è la capacità di controllarne la produzione da parte dell’organismo.
In poche parole è possibile conoscere l’attività ossidante (che ci fa invecchiare) e la capacità antiossidante (che rallenta l’invecchiamento). La bilancia tra questi due sistemi è il risultato del nostro stato di salute. Ad esempio le sostanze anti ossidanti contenute nell’olio extra vergine d’oliva (lignani, secoiridoidi, polifenoli, omega 3, etc.) sono in grado di proteggere le donne dal cancro al seno.

L’azione protettiva si esplica attraverso un meccanismo di controllo di un fattore di crescita genetico chiamato Her2; l’azione inibente dell’olio extravergine d’oliva nei confronti di Her2, protegge dallo sviluppo di patologie legate al tumore della mammella. Ecco che uno dei tanti alimenti messi a disposizione dalla natura è utile per farci mantenere in salute ed efficienza fisica.

Il futuro probabilmente porterà a scoprire altre importanti relazioni tra salute, malattia e alimentazione, sviluppando la scienza che recentemente sta prendendo sempre più posto nella prevenzione delle malattie chiamata Nutrigenomica.

Attraverso l’uso sapiente e mirato degli alimenti è possibile prevenire diverse malattie, anche le malattie legate ai tumori; basti pensare che il 33% delle malattie tumorali è causa di una scorretta alimentazione. È possibile consultare un testo di nutrigenomica scritta dal dottor Di Fede, dove si spiegano le relazioni tra alimenti e malattie e per ulteriori informazioni consiglio di visitare il sito www.imbio.it



November 30, 2008 Newsletter

Che il fumo fa male, è noto a tutti. Ma per le donne fumatrici i problemi legati al tabagismo sono maggiori rispetto agli uomini.E quindi per le donne, ma anche per gli uomini, smettere di fumare è ancora più importante.

Nel recentissimo congresso della Società di Cardiologia Europea, tenutosi Monaco ai primi di settembre, documenta per la prima volta una serie di dati che mostrano la quantificazione di questo maggiore rischio proprio in relazione alle malattie di cuore e vascolari e che la sua misura va oltre ogni più pessimistica aspettativa, tanto che la vita delle donne fumatrici è più corta degli uomini fumatori.

Il dottor Morten G. dell’ospedale di Lillehammer in Norvegia, ha condotto uno studio su 1784 pazienti consecutivi al loro primo attacco di cuore, infarto del miocardio, riferendo che le donne perdono il doppio degli anni di vita rispetto agli uomini fumatori. Inoltre, i ricercatori hanno evidenziato che le donne che fumano vanno incontro ad un attacco di cuore 14,4 anni prima di quelle che non fumano. Le donne fumatrici, possono aspettarsi un infarto all’età di 66 anni mentre le donne che non fumano oltre gli 80 anni.

Le differenze tra gli uomini e le donne fumatrici sono legate al sesso, all’assetto ormonale, immunologico, che influenzano i danni del fumo sulle arterie e polmoni. Le malattie cardiovascolari sono diventate oggi per le donne la prima causa di morte, con percentuali di gran lunga superiori a quelle provocate da tutte le forme di tumore messe insieme. La probabilità di morire per una malattia cardiovascolare è di 6 volte superiore a quella dovuta al tumore al seno.

Uno degli effetti negativi legati al fumo di sigaretta, è la notevole produzione di radicali liberi R L prodotti dalla combustione del tabacco e della carta della sigaretta. I radicali liberi sono dei veri e propri killer dei vasi arteriosi e venosi, facilitando il processo di aterosclerosi che può facilmente diffondersi in tutti i distretti e organi del corpo.

La possibilità di conoscere la quantità dei radicali liberi prodotti dal fumo è possibile grazie ad una goccia di sangue capillare presa dal polpastrello di un dito. Ci permette di conoscere il danno potenziale al quale siamo esposti. Il dosaggio dei radicali liberi è consigliato anche in persone che non fumano, per conoscere lo stato di salute apparente. Oltre alla determinazione dello stress ossidativo si pratica la valutazione della barriera antiossidante di protezione BAP, che permette di conoscere le capacità antiossidanti in grado di contrastare l’azione lesiva dei RL.

Se le difese antiossidanti sono basse, allora si possono assumere degli integratori specifici che aiutano a ridurre i danni legati ai RL. La prevenzione primaria rimane sempre l’astensione dal fumo di sigaretta.

Una volta noto sia il livello dei RL che la capacità antiossidante, è possibile stabilire un percorso terapeutico che permette di riportare in equilibrio le fisiologiche capacità anti invecchiamento che noi tutti disponiamo. Sapere la quantità di RL e assumere in prodotto specifico è come conoscere il livello di colesterolo e prendere una pastiglia che sia adeguata al livello di grassi nel sangue.

 



September 30, 2008 Newsletter

Inizia una collaborazione con Chiara Patarino,autrice di narrativa.Attraverso la lettura di un racconto si apre la porta al colore dell’emozione, del sogno, della fantasia e questo può costituire un valido strumento per ritrovare armonia interiore e benessere psicofisico.

Chiara Patarino, nata a Milano , dopo gli studi scientifici e la laurea in legge a Genova, si occupa di comunicazione d’impresa e diventa socia della FERPI.

Collabora per anni con “l’Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro” di Genova per attività di divulgazione scientifica. La passione per la comunicazione e per la scrittura la avvicina al mondo della narrativa per l’infanzia.

Nel 2002 pubblica con Aurora Marsotto il racconto Tino il cioccolatino cui seguono nel 2005 Tino il cioccolatino a Parigi e nel 2008 Tino il cioccolatino e il chicco d’oro, edizioni Piemme.

Il 2008 è anche l’anno dell’esordio di Chiara Patarino nella narrativa per adulti con il romanzo Nodi e misteri, edizioni Kimerik una delicata e suggestiva fiaba per grandi ambientata a Genova e in Liguria, un romanzo che fa bene al cuore.



April 30, 2008 Newsletter

Difendersi dai pericoli dell’inquinamento, piccoli consigli molto utili per la tutela della salute di grandi e piccini.

Negli ultimi anni si è visto un incremento dei livelli di inquinanti atmosferici ed in particolar modo al PM10 e i sotto tipi generati dalle emissioni delle automobili: le cosiddette polveri sottili, particolarmente nocive per la salute dell’uomo.

I danni rilevati sulla salute sono notevoli e di diverso impatto sociale. Ricercatori dell’Università Statale di Milano hanno studiato i meccanismi e gli effetti nocivi del PM10 su bambini e anziani.
Tale studio e stato realizzato con la collaborazione dell’Università di Harvard School of Public Health. I dati emersi da tale studio sono a dir poco scioccanti e ci devono spingere a riflettere seriamente sul futuro nostro e dei nostri figli.

Il continuo superamento dei valori soglia rilevati dalle centraline di controllo situate in punti nevralgici della città certamente non è un segnale positivo per la tutela della salute pubblica. Infatti sono aumentati i ricoveri presso le strutture ospedaliere Milanesi per attacchi improvvisi di crisi respiratorie e, oltre ai problemi respiratori, sono aumentati i ricoveri e le richieste di aiuto per crisi cardiache. In buona sostanza, le polveri sottili aumentano le patologie cardiache e respiratorie, togliendo anni di vita e con una qualità non ottimale. Anche la coagulazione del sangue cambia, si modifica in senso negativo. Il sangue diventa più viscoso in presenza di inquinanti e le pareti di vasi sanguigni, arterie e vene e non ultimo il cuore vengono danneggiati.

Gli indicatori di tali eventi sono i parametri della coagulazione che si alterano, con il tempo di protrombina che aumenta dal 5 all’8% e l’aumento del tasso di omocisteina, un aminoacido collegato con le infiammazioni e rischio cardio-vascolare dell’organismo. Con un aumento del PM10, l’omocisteina aumenta anche del 7%, incrementando i problemi cardiaci. Ma non solo i rischi cardiaci aumentano con l’inquinamento.

Le patologie legate all’apparato respiratorio sono anch’esse in rapida ascesa. Per esempio nei bambini si presenta una bronchite spastica, di tipo reattivo, con tosse secca, senza una causa apparente, in assenza di allergie respiratorie o infezioni virali.

Una delle cause di infiammazioni e irritazioni delle arterie e delle mucose respiratorie è dato dall’aumento dei radicali liberi, specie reattive dell’ossigeno, normalmente prodotte dal metabolismo del nostro corpo. Questi sono i sintomi di un malessere ambientale che come tali dobbiamo cercare di interpretare e curare. Meglio ancora prevenirli.

La difesa e la prevenzione dei fenomeni legati all’inquinamento inizia con la determinazione dello stress ossidativo. Tramite una goccia di sangue capillare prelevata dal polpastrello è possibile determinare la quantità di radicali liberi nocivi in eccesso presenti liberamente nelle nostre vene. I danni da un eccesso di radicali liberi d-ROMs si osservano nel tempo con il continuo superamento dei valori normalmente tollerati. Oggi è possibile sapere sia la concentrazione dei d-ROMs che la capacità di difendersi da tali agenti.

La determinazione della Barriera Antiossidante di Protezione, BAP test, quantifica la capacità da parte dell’organismo di difendersi dai danni generati dai radicali liberi. Grazie a questi sistemi diagnostici moderni il clinico medico è indirizzato ad una terapia che permette di abbattere i radicali liberi in eccesso, fonte di invecchiamento precoce e di patologie croniche e degenerative, e se necessario aumentare le difese di protezione consigliando antiossidanti specifici di barriere neutralizzanti nei confronti dei d-ROMs.

E’ chiaro che il problema non riguarda solo il PM10, ma tutta una serie di misure preventive a 360 gradi, atte a ridurre tutte le fonti di inquinamento dannose per la salute di tutti noi. Un’alimentazione ricca in frutta e verdura fresca è indispensabile per alzare i livelli di antiossidanti capaci di eliminare l’eccesso di tossine nocive. Un prodotto efficace per abbassare i livelli di radicali liberi e alzare le difese cellulari è l’Antiox1, in flaconcini bevibili, al mattino e per venti giorni al mese. Un’attività fisica adeguata è importante per permettere di mantenere un livello immunitario efficiente e attivo contro virus, batteri e tossine esterne.

E’ possibile effettuare la determinazione dello stress ossidativo e della capacità antiossidante presso l’Istituto di Medicina Biologica e il risultato dell’analisi è disponibile in 10 minuti, dando subito le indicazioni sui possibili interventi terapeutici.

 


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