Nei paesi industrializzati, il numero di persone che manifestano fenomeni allergici è in costante aumento: tra il 5 e il 25% degli adulti riferisce di avere avuto una reazione allergica dopo assunzione di alimenti, mentre nei bambini (durante i primi 3 anni di vita) la percentuale varia tra il 6 e il 10%.
Oltre alle classiche e note allergie, un fenomeno emergente è l’allergia a sostanze alimentari “nascoste” negli alimenti. Classico esempio sono gli utensili per la preparazione degli alimenti, che possono contaminare la lavorazione di sostanze alimentari determinando reazioni allergiche da allergeni nascosti.
Molti cibi contengono alimenti “nascosti” aggiunti nella lavorazione industriale alimentare che, seppur potenzialmente allergizzanti o almeno sensibilizzanti, non sono segnalati nelle etichette.
L’uovo, ad esempio, è spesso aggiunto come emulsionante, e come tale (emulsionante e non uovo) aggiunto nell’elenco degli ingredienti. In maniera analoga anche la soia può essere presente nell’alimento senza essere segnalata come tale, ma come emulsionante.
La stessa cosa vale per le spezie e gli aromi naturali, che possono scatenare reazioni allergiche improvvise.
Alcune persone sottoposte a test d’intolleranza, sono, infatti, positive a un dato alimento, pur non avendolo mai assaggiato. Si presume pertanto che l’alimento intollerato sia presente, come emulsionante, in cibi che normalmente non lo contengono. La globalizzazione dei mercati alimentari sta, infatti, facilitando la diffusione di questi “nuovi” allergeni, non presenti in passato nelle nostre abitudini alimentari.
Di pari passo con le allergie, anche le cosiddette “intolleranze” alimentari sono un fenomeno crescente che, dato il numero di pazienti con manifestazioni allergiche, ma con esami allergologici specifici negativi, è da tenere in debita considerazione.
Le manifestazioni cliniche d’intolleranza e allergia sono identiche, ma esiste una differenza sostanziale: la reazione allergica è immediata, quella allergica su base intollerante avviene, invece, dopo ore o nell’arco di due giorni dall’ingestione dell’alimento incriminato.
Si parla in questo caso di reazioni allergiche ritardate, in cui difficilmente l’alimento o gli alimenti “reattivi” possono essere identificati precisamente. Proprio per questo, diversamente dalle allergie, che sono facilmente rilevabili, le intolleranze hanno un approccio diagnostico e clinico di difficile standardizzazione.
Per rispondere alle esigenze del mondo medico, è stato introdotto ALCAT Test, un nuovo metodo di diagnosi grazie al quale è possibile ridurre lo stato infiammatorio e di conseguenza la suscettibilità a sviluppare intolleranze e allergie alimentari.
Il test, riconosciuto dall’U.S. Food and Drug Administration (FDA) e utilizzato dalla Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” di Pavia, Laboratorio di Immuno – Allergologia, valuta la reazione infiammatoria dei Granulociti Neutrofili in grado di rilasciare fattori istamino simili e citochine pro infiammatorie che possono innescare la reazione allergica.
ALCAT ha messo in evidenza reazioni d’intolleranza verso sostanze alimentari e alimenti, che determinano reazioni allergiche da “accumulo” dell’allergene. Le sostanze, che fungono da allergeni nascosti, più frequentemente positive al test sono:
UOVA
Le proteine dell’uovo sono gli allergeni più spesso coinvolti nelle reazioni allergiche alimentari, circa il 20% di tutte le reazioni. Si trovano nei dolci, gelati, caramelle, e molte volte non è segnalato. Anche l’albume è utilizzato come eccipiente o emulsionante senza essere segnalato. Il grana padano contiene tracce di uova, così come alcuni farmaci.
LATTE
Le proteine del latte possono essere allergeni nascosti. Si trovano nella margarina, nei prodotti a base di soia, negli alimenti prodotti in stabilimenti industriali come contaminanti dei prodotti caseari, nei salumi e negli insaccati, o come emulsionante non specificato, ad esempio, negli hot dog.
SOIA
È una proteina vegetale diffusa sotto forma di semi, germogli, pasta, olio, farina, utilizzata come additivo alimentare in molte preparazioni gastronomiche. La diffusione dei ristoranti asiatici, ha infatti favorito la crescente diffusione di alimenti a base di soia, esponendo i pazienti “sensibili” a frequenti e accidentali ingestioni dell’alimento. La farina di soia è spesso presente in salsicce, hamburger, e prodotti a base di carne.
ARACHIDI
L’allergia alle arachidi è un problema molto diffuso negli Stati Uniti, dove il consumo è notoriamente elevato. In Europa è meno rilevante, ma non da sottovalutare. Si tratta, infatti, di un allergene nascosto in diversi alimenti.
Anche la frutta a guscio (noci, mandorle, nocciole) contenuta in alcuni gelati, snack-food, dolci, glassa alla mandorla, determina di frequente importanti reazioni allergiche.
GRANO SARACENO
Pur appartenendo alla famiglia delle Polygonaceae, e non essendo quindi formalmente un cereale, viene comunemente definito tale per via delle caratteristiche nutrizionali. Limitato nelle aree dell’Italia settentrionale (pizzoccheri valtellinesi), negli ultimi anni, il suo consumo in ambito alimentare si è diffuso in tutta la penisola. È, infatti, privo di glutine, e quindi è utilizzato nella preparazione delle farine e della pasta per le persone celiache.
NICHEL
Tra gli allergeni nascosti, il Nichel è tra i più presenti e insidiosi. Con l’ingresso dell’Euro come moneta unica, le monetine sono diventate di comune utilizzo. Il metallo che le compone è ricco di nichel, e determina nelle persone sensibili a questo elemento l’aggravamento di eventuali dermatiti o sensibilità al nichel alimentare.