Il rebus delle intolleranze alimentari
Sono numerosi gli “esperti” e in particolare gli allergologi che negano l’attendibilità di tutti i test per le intolleranze alimentari. In particolare, leggendo ll’articolo comparso nei giorni scorsi su “Salute Repubblica” on-line, nella rubrica “L’Allergologo Risponde”, Sulle intolleranze alimentari i test sono inattendibili e inutili, desidero esprimere alcune considerazioni, che riguardano soprattutto il test Alcat.
La diagnostica di laboratorio sulla ricerca delle intolleranze alimentari è un argomento da sempre molto dibattuto. Una volta esclusi tutti i meccanismi immunologici che causano allergie IgE mediate, deficit enzimatici (lattasi) e celiachia, rimane un vuoto per la diagnostica clinica e di laboratorio su tutte le forme clinicamente evidenti ma prive di riscontro da parte del laboratorio.
Eppure, non sempre si tratta di un disturbo legato alla somatizzazione d’ansia, allo stress, o altro di psicosomatico, anche se di solito sono queste le uniche risposte fornite dai medici a tutti quei pazienti che manifestano reazioni e problemi legati alla ripetuta assunzione di cibo.
Negli ultimi anni, numerosi lavori scientifici condotti dall’Ospedale S. Matteo di Pavia, Laboratorio di Immuno-Allergologia, pubblicati sulla rivista ufficiale dell’European Academy of Allergology and Clinical Immunology, riportano i notevoli risultati ottenuti dopo il test d’intolleranza alimentare ALCAT nella terapia di numerose patologie della pelle (dermatiti, eczemi, orticaria) non IgE mediate e disturbi gastro intestinali. Altri studi, con protocolli di valutazione su altre patologie legate alle sensibilità alimentari, sono ancora in corso.
Il sistema di analisi ALCAT, valuta la reazione del sistema immunitario innato, attivo nelle reazioni di difesa contro antigeni di origine batterica, virale, micotica, frammenti proteici alimentari. Si suppone che la via di attivazione avvenga attraverso i Toll Like Receptor, con la messa in atto intracellulare di segnali che portano all’attivazione di NkF-b, e a sua volta l’induzione di citochine pro infiammatorie. La reazione flogistica mantenuta nel tempo porta all’attivazione dei mastociti, granulociti neutrofili, come effettori finali della risposta anticorpale antigenica verso le proteine alimentari.
Da almeno 20 anni, il test ALCAT è utilizzato nel campo delle intolleranze alimentari; i pazienti sottoposti al test sono persone che non hanno trovato risposte nei test tradizionali, se non attraverso una terapia farmacologica, che in alcuni casi sono costretti a seguire anche per diversi anni.
La metodica alcat consente, invece, di affrontare la terapia in maniera non farmacologia. Attraverso una dieta, impostata dal nutrizionista specializzato, priva degli alimenti riscontrati positivi al test ALCAT, successivamente reintrodotti in maniera graduale e controllata (Dieta di Rotazione) è infatti possibile ridurre l’infiammazione e ottenere un miglioramento dei sintomi (come si evince dagli studi dell’Università di Pavia condotti un campione di pazienti con problemi gastro intestinali e dermatologici: http://www.alcat.it/index.php/studi).
Infine, si sottolinea nuovamente che la medicina tradizionale, in ambito allergologico-immunologico, dove ancora molto c’è da scoprire e studiare, non ha ancora trovato una soluzione per numerosi disturbi e patologie. Il test ALCAT, tenta di fornire una risposta in grado di risolvere almeno in parte i problemi legati all’alimentazione, che si basa sul cambiamento dei nostri stili di vita. Per una salute duratura nel tempo è, infatti, indispensabile conoscere e scegliere i cibi più idonei al nostro organismo. Ricordiamoci che un terzo delle malattie oncologiche ha origine da un’alimentazione scorretta protratta negli anni. La prevenzione nasce a tavola e inizia da piccoli.